Aperta da Graziano Maffei e Giuliano Stenghel nel settembre 1977, questa grande classica del Sassolungo, propone un’arrampicata estetica lungo l’unico pilastro di roccia grigia della parete sud della Torre Innerkofler, una nervatura a forma di calice stilizzato. Data la dirittura elegante, l’arrampicata sostenuta e la notorietà, è sicuramente una via che regala una certa soddisfazione. La salita è stata dedicata alla memoria di Franco Gadotti, alpinista caduto nelle Pale di San Martino.
Rispetto a quanto riportato nella relazione di Bernardi, oggi in via si trovano molti più chiodi, sia di passaggio che alle soste. Quest’ultime sono attrezzate con chiodi e cordini (quindi facilmente rintracciabili) e possono essere utilizzate per una più veloce discesa in corda doppia lungo la via. In alternativa si può proseguire per la bellissima vetta, un ottimo balcone sul Sassolungo, in altri 30 minuti di facili rocce. Qui la relazione Bernardi era imprecisa e dal numero di calate sparse in giro è evidente che non siamo stati i primi a sbagliare.
gruppo SassolungodifficoltàVI+sviluppo450 mt quota max3.081tempo6-7h fino in cimapartenzaPasso Selladata26/08/16
La roccia è nel complesso ottima, ripulita dalle ripetizioni, meno buona solo in alcuni tratti.
Anche se nel passaggio di VI+ si è agevolati da un cordino (possibile eventuale A0), rimangono difficoltà di VI obbligatorio sia nella fessura terminale che negli altri 2 tiri lungo la via. La chiodatura rimane comunque buona.
La discesa non va sottovalutata, in quanto molto articolata e problematica in caso di nebbia.
Da Passo Sella si risalgono le piste da sci fino alla cresta erbosa alla base della Punta Grohmann. Si percorre la cresta in salita, poi appena possibile si segue un sentierino che traversa a sx sopra terreno franoso, si oltrepassa un cancelletto e si arriva in vista delle parete della Torre Innerkofler. Continuare per la traccia, mantenendosi in piano ed una volta arrivati in linea con la parete, risalire per ghiaie (tracce) raggiungendo uno spuntone (cordino) alla base della parete. Per roccette, passare sulla sx ed entrare in una enorme concavità della parete. Salire 10-20m fino ad una sosta attrezzata sulla dx (cordini).
Tempo – 1 ora
L1 – Per rocce appigliate, obliquando verso dx, si raggiunge una cengetta incassata sotto dei tetti gialli. 30m, III
L2 – Scendere 1m e traversare a dx una decina di metri (si trova una calata attrezzata) prendendo poi una fessura non difficile che conduce sotto ad un netto diedro nero. 40m, IV
L3 – Salire il diedro, inizialmente aperto e più facile, poi con passaggio più difficile (VI, 2ch) e proseguire ancora fin dove diventa giallo. Da 1ch, traversare a sx (altro ch) e quindi per breve spigoletto a sx si raggiunge la sosta. 35m, V+ e VI
L4 – Traversare qualche metro a sx alla base di una fessura gialla, con strapiombo iniziale, che va salita (ch). Continuare per fessurette più facili raggiungendo leggermente a dx una rampa/cengia dove si trova la sosta. 40m, V+ e V
L5 – Seguire la rampa fino ad uno spuntone con cordino. Salire quindi dritti in placca (clessidrina e 1ch), poi obliquando a dx per fessurina in direzione del profondo camino della via Rizzi. Sosta su gradino. 40m, III e V
L6 – Proseguire per una fessura gialla qualche metro, quindi traversare a sx sotto una placca, immettendosi in un vago diedro aperto. Salire dritti (1ch) ed uscire su terreno più facile, dove si sosta. 40m, IV e V
L7 – Raggiungere, eventualmente da dx, la cengia sovrastante. Traversare a sx sotto gli strapiombi, lungamente aggirando uno spigolo. Prendere un canale/fessura obliquo che riporta verso dx ad un buon terrazzo con sosta. 30m, III+ e III
L8 – Sulla sx si risale un diedro giallo, quindi traversare a dx 2-3m ad una nuova sosta su piccolo spiazzo. 15m, V
Evidente la frana che ha di fatto modificato questo tratto di parete. Non è possibile seguire il tracciato originale
L9 – Superare un breve strapiombo giallo, quindi salire sulla dx un rigonfiamento con grossi buchi (2ch). Volendo si può rinviare un evidente cordone sulla sx. Obliquare a dx in direzione di una fessurina (ch con cordino), che non si sale subito. Traversare invece per buchetti gialli a dx e ritornare più sopra a prendere la fessura. Dopo uno strapiombo (1ch) si trova una sosta. 25m, VI
L10 – Seguire un diedro giallastro, poi per fessure più facili. Noi usciamo sulla sx per roccia nera che presenta uno strapiombetto. Quindi puntare alla base della gialla torre finale. Sosta più a dx del canale/camino che scende lateralmente alla torre. 30m, V+, V e IV
L11 – Salire alcuni metri per un caminetto sulla dx, quindi traversare a sx (1ch) entrando nel camino che costeggia la torre. Si può sostare subito dopo un masso incastrato (1ch + sasso incastrato). 30m, III+ e IV
L12 – Proseguire ancora per delle fessurette raggiungendo una nicchia dove inizia un diedro giallo di fianco alla torre. 10m, IV
L13 – Per roccia gialla non eccelsa portarsi sotto una fessura slabbrata a dx del diedro (visibile cordino in alto). Si sale la fessura, per piccole prese ripulite (1ch, poi 1ch con cordino). Dopo lo strapiombetto finale si entra nel diedro principale. Continuare per questo, anche con breve tratto in camino, uscendo a sx ad una sosta attrezzata. 30m, VI+ e V
L14 – Per fessura si obliqua a dx rientrando nel camino formato dalla torre. Salirlo e sostare sopra un masso incastrato. 30m, IV+
Per la cima – sul versante opposto della forcella, una decina di metri più in basso, è visibile un largo canale. Questo va raggiunto calandosi con corda doppia, oppure assicurandosi, direttamente dalla forcella oppure cercando di traversare attraverso la cresta di sx. Noi qui abbiamo mal inteso la relazione, quindi siamo saliti per la cresta sopra la forcella, che poi non presentava possibilità di arrivare in vetta. Al primo pinnacolo abbiamo trovato una calata che ci ha portato comunque nel largo canale.
Ad ogni modo, si risale il canalone (II) fino agli ampi pendii ghiaiosi, un poco sulla sx, che conducono alla vetta vera e propria.
Tempo – fino in cima – 7 ore
Fare molta attenzione agli ometti ed alle tracce, che guidano costantemente nella discesa. Salendo alla vetta, si saranno notati degli ometti che verso sx (ovest) conducevano su di una crestina. Seguirli, entrando poi verso sud in un canale. Si esegue presto una prima breve calata (20m al massimo), poi si continua per canali, scavalcando sempre a dx alcune creste. Rinveniamo una calata con cordini nuovi che ci deposita in un canale. Gli ometti indicherebbero di scavalcare una ulteriore cresta: fatelo! Noi siamo scesi nel canale, trovando una serie di calate attrezzate con cordini nuovi, maillon ed in un caso anche con 2 spit, che probabilmente appartengono a quella che in ambito invernale sarebbe una cascata di ghiaccio. Dopo aver inzuppato per bene le corde, raggiungiamo il canalone tra Torre Innerkofler e Dente del Sassolungo poco sotto la forcella del Dente.
Scendere il canalone (terreno disagevole e neve ad inizio stagione) ritornando al sentiero utilizzato in avvicinamento.
Serie di friend dal blu piccolo al blu grande, qualche dado piccolo