Lunga e classica via che risale uno dei tanti pilastri della parete sud della Tofana di Rozes. La roccia è quasi ovunque ottima e l’arrampicata scorre veloce e piacevole. Una nota particolare va all’ambiente grandioso in cui si svolge la via, sempre in vista di infiniti strapiombi gialli e solenni pilastri grigi. La chiodatura è sufficiente, specialmente nei tratti più difficili, ma ci si protegge comunque bene con le tante clessidre presenti. Quasi tutte le soste sono comode.
Durante la nostra ripetizione abbiamo trovato neve dura per arrivare all’attacco e qualche pendio di fresca da attraversare durante la discesa. L’ultimo tiro della via era una cascata da scioglimento.
Ottima la relazione del Bernardi, rispetto alla quale ci siamo discostati solo per qualche utile variante. Via aperta da Ugo Pompanin e Albino Alverà l’11 agosto del 1946
gruppo TofanedifficoltàIII e IV, 2 tratti di Vsviluppo750 mtquota max2.900tempo1h + 6h + 2h15'appoggiorif. Dibona e GiussanicartografiaTabacco 03data13/06/09
Parcheggio al rifugio Dibona (deviazione sulla Cortina-P.so Falzarego). Lo spigolo è già ben visibile. Dal rifugio si segue il sentiero che sale al rif.Giussani e lo si abbandona alla stazione della teleferica per seguire le indicazioni per la ferrata Lipella e Grotta della Tofana. Ci si stacca dal sentiero solo sul finale, risalendo le ghiaie di un canale a sx dello spigolo. Si traversa su cengia verso dx(ometto), si oltrepassa una prima fessura con fittone alla base. Attacco presso un diedro, con cordino alla base. Meno di 1h
L1 – Salire il diedro fino a sotto uno strapiombetto. Si supera su buone prese ma con difficoltà negli appoggi. Continuiamo nel canale soprastante fino ad un buon spuntone dove sostare. 40m, IV, 1passo di V- e III
L2 – Ancora per il canale e poi per rocce facili ci portiamo alla base di un diedro. Sosta su 2ch. 40m, III e II
L3 – Saliamo il diedro fin sotto il tetto che lo chiude, se ne esce a sx per entrare in un camino. Si sale un po’ad incastro essendo stretto. Usciti su ghiaie si trova la sosta su 3ch. 40m, IV+
L4 – Salire la fessura sopra la sosta per qualche metro, poi obliquare a destra. Qui è facile perdersi. Bisogna andare sul bordo dx di una fessura nera per poi sostare nella fessura riattraversando a sx. Sosta su clessidrona. 50m, III e IV
L5 – Continuare per la fessura-camino nera. Ne usciamo tenendoci sul bordo sx. Camminiamo su roccette e ghiaie fino alla base di una nuova fessura nera. Sosta su 2 clessidre con cordoni. 55m esatti, III, IV+ e I
L6 – Scalare l’articolata fessura nera. Arrivati su una cengia sovrastata da strapiombi gialli sostiamo su clessidra (un po’a sx). 30m, IV
L7 – Traversare lungamente per cengia a dx, su terreno elementare. Presso un caminone si sosta su clessidra. 50-55m di 0°
L8 – Invece di arrampicare nel camino scaliamo la parete alla sua destra. Sostiamo su clessidra. 30m, IV
L9 – Più in alto rientramo nel camino, che ora è diedro. Sbuchiamo su una larga terrazza detritica. Sostiamo su spuntone. 50m, III e 0°
(L10) – In conserva rimontiamo dei gradoni che ci riportano alla continuazione dello spigolo. Sosta su clessidra con cordini, in una nicchia gialla. 50-100m, I
L11 – Partendo a sx si sale una fessura sopra la nicchia. Poi liberamente su parete verticale omogenea. Nel complesso si deve arrivare verticalmente al punto di partenza. La sosta è su 2ch con cordino, scomoda. Poco prima 1ch e 1fettuccia. 50m, IV
L12 – Si traversa a sx su maniglie per 2-3m (1ch), poi su altri 2-3m (1ch) ed infine traversare a sx su roccia grigia (c’è 1ch fuorviante su nicchia gialla più in alto). Dopo un passo di equilibrio sullo spigolo si esce su cengetta (1ch). Quindi su per una fessura grigia e verso la fine obliquare a sx fin su una cengia. Sosta su 3ch poco a dx di un camino nero. 30-40m, V e IV
L13 – Su per il camino, uscendone presto a sx (roccia da favola). Si arrampica per un colatoietto, pervenendo poi ad una terrazza di detriti. Ci si porta quindi ad un nuovo camino nero, continuazione del precedente. Sosta su clessidra alla base, a dx. 50m, IV e I
L14 – Prima per il camino superficiale e poi per il suo ramo di dx. Si arriva su rocce più adagiate, continuiamo finché non arriviamo ad una nuova grande terrazza detritica. Sosta su spuntone. 55m, IV e III
(L15) – In conserva camminiamo in direzione di un canale che scende da una grande grotta, che ora ci sovrasta. Ci teniamo su uno spigoletto di roccette (I) fino all’imbocco del canale. 50m, max I
(L16) – In conserva saliamo il canale (II) ed uscendone a sx entriamo nella grotta. La percorriamo (0°) fino alla sua estremità sinistra. Sosta su grossi massi o chiodo. 50m, max II
L17 – In vertiginosa esposizione si traversa qualche metro a sx (2ch). Poi si sale sfruttando qualche maniglia. Dopo un tratto facile si supera un passaggino su fessura (1ch). Più sopra sostiamo su clessidrona con cordone (purtroppo scolo d’acqua). 35m, V e IV
L18 – Ora si dovrebbe salire la fessura nera sovrastante, ma durante la nostra ripetizione è una cascata d’acqua. E allora arrampichiamo stando sulla parete alla sua sx (IV+ poco proteggibile). Usciamo su una zona detritica, che segna anche il termine delle difficoltà. Più in alto, su una parete gialla friabile, sostiamo su 1ch (+1ch piantato e tolto). 30-40m, IV
Tempo – 6 ore (correndo un poco)
Causa neve non sappiamo se abbiamo seguito la discesa corretta. Comunque, prima ci portiamo ad una spalla/forcella, in vista del Giussani. Scendiamo per sfasciumi, zigzagando per evitare salti e neve. Abbastanza agevolmente arriviamo a congiungerci con l’uscita delle vie del Pilastro (es. Costantini-Apollonio). Da qui scendiamo prima per tracce e poi affrontando anche dei salti di roccia, dove pare meglio (abbiamo trovato anche 3m di III e altri infidi gradoni con ghiaia). Ci ricongiungiamo all’uscita del primo spigolo. Da qui seguiamo le tracce, attraversiamo lunghi nevai ed imbocchiamo la “cengia esposta”. Poi arrivare al Giussani è semplice. Per sentiero comodo (con lunghe “sciate” sulla neve) torniamo al parcheggio.
Tempo – 1h30′ fino al Giussani (colpa della neve)
Cordini per clessidre, qualche protezione veloce. Chiodi e martello come sempre