Punta Agordo, via dei mestrini

Ovvero “via del diedro sud-ovest” (Liberalato-Verrati, Calamelli-Jannuzzi ’68) con variante basale e superiore (Brigo-Turri 2011)
Dico subito che la via non è particolarmente bella, non vi sono molti tiri caratteristici e la roccia non è altrettanto solida come sulla vicina Da Roit. Ad ogni modo può essere un’alternativa qualora ci fosse ressa su quest’ultima.
Alla via aperta nel 1968 abbiamo aggiunto un paio di brutti tiri all’inizio ed un lungo tiro nella parte alta che si collega all’uscita della Livanos. In questo modo si è praticamente indipendenti dalla Da Roit. Magari era già passato qualcuno per lo stesso percorso. Roccia buona con tratti ottimi ed uno un poco friabile. Le soste, numerose, sono comode e provviste di almeno 1 chiodo. Le difficoltà sono limitate, anche se non banali, e simili alla vicina Da Roit. La parte più interessante dell’arrampicata sono i tiri nel diedro-camino della parte centrale.

gruppo CivettadifficoltàIV, V, 1pV+sviluppo430 mt c.a.tempo4h e 30'appoggioCapanna Treste, Rif.Vazzolerdata15/06/11

Descrizione dei tiri

Relazione presente sulla guida “IV grado e più – Dolomiti Orientali” vol.2. Oppure utilizzate la guida di O.Kelemina, vedi bibliografia.

vedi IV grado

Avvicinamento

Dal rifugio Vazzoler si segue la strada sterrata e poi il sentiero in direzione del Rifugio Tissi. Dopo la strada sterrata ed un tratto di sentierino nei mughi si giunge al Pian di Pelsa: un bel prato con grossi massi. Verso dx si rinviene un sentierino che risale una striscia di ghiaia e scendendo a dx si raggiunge la base della Punta Agordo. Oltrepassiamo la logica e consigliabile rampa di I grado che condurrebbe all’attacco della Da Roit e all’originale della nostra. Girato lo spigolo saliamo un poco fino ad un canale al cui sbocco c’è un alberello. Tempo – 2h da Capanna Trieste


Discesa

Con 10m verso est si raggiunge un mugo da dove ci si cala in doppia per 15m. Si risale dall’altra parte e a sx si passa sotto un arco (che non è l’Arco, quello vicino alla forcella delle Mede). Dopo un breve canalino si scende per un canale con zolle e ghiaie seguendo tracce e ometti. Un salto si può evitare con una doppia di una ventina di metri. Si scende ancora e poi si traversa un poco a dx. Per entrare nel canale di discesa dalla Torre Venezia si deve scendere ancora e quindi traversare fino a riprendere il sentierino con bolli rossi. Si scende per roccette fino al canalone e per questo si scende come per la Torre Venezia.


Materiale

I chiodi sono consigliabili quantomeno se volete rinforzare bene le soste.