Bella via classica, a differenza di molte vie della Moiazza si presenta generalmente più asciutta, se si eccettua il tiro in comune con il colatoio Bonetti nella parte iniziale. La roccia è ottima e ripulita, la chiodatura è sufficiente, rimane comunque necessario utilizzare ogni tanto protezioni veloci per maggior sicurezza. Fate attenzione nella parte centrale a non andare fuorivia, come pure nell’attaccare la parete strapiombante terminale.
Se ripetuta ad inizio stagione mettere in conto un rientro faticoso per la ferrata Costantini.
Primi salitori:
gruppo MoiazzadifficoltàV e VIsviluppo300 mt quota max2.413tempo5 oreappoggiorif. Carestiatodata24/05/14
Dal Passo Duran, poco oltre il rif. Carestiato si prende a salire per ghiaione in direzione della parete. Si attacca nel punto più alto delle ghiaie presso una rampa-diedro inclinata.
Tempo – 1h30′
I primi tiri si svolgono lungo una variante più facile che evita la fessura spesso bagnata del colatoio Bonetti
L1 – Saliamo inizialmente il diedro inclinato per uscire poi sulla dx presso una conchetta con pozze d’acqua. Poco oltre, a dx, sostiamo su spuntone. 60m, III
L2 – Su per le placche di sx fino ad una fessura arcuata. Superiamo un breve strapiombino a sx e traversiamo in obliquo. Sosta su clessidra. 50m, IV
L3 – Traversiamo a sx, riprendiamo l’originale presso la cascata del colatoio Bonetti (sosta su chiodi) e proseguiamo fino ad una sosta a spit. 55m, III
L4 – Per una lama continuiamo a sx fino ad una sosta su chiodi alla base di un pilastrino, su una cengia. 15m, p.IV
L5 – Seguire il diedro a dx del pilastrino (chiodi) e sostare in cima. 25m, V
L6 – Superare un breve diedro strapiombante obliquo, continuare più facilmente un po’ a sx per fessurette (chiodi). 40m, VI- e IV
L7 – Vincere un ultimo tratto di fessura nera e poi traversare a sx sotto ad una parete gialla. Sosta su chiodi. 20m, V e III
L8 – Oltre uno strapiombo chiodato, spostarsi a dx ed obliquare in placca seguendo solo i primi chiodi. Nostro errore è stato quello di seguirli tutti per una placca impegnativa, quando bisognerebbe spostarsi sulla sx dopo i primi (credo) 20m. Comunque usciamo su cengia friabile (1ch sul tetto) e traversiamo a sx alla sosta su clessidra+ch. 40m; V-, V+ e 1p.VI+, V+ sulla variante
L9 – Traversare a sx in cengia. Credo che la nostra uscita sia buona, ma ci sono più varianti. Noi oltrepassiamo una clessidra con fettuccia, oltre la quale ci si abbassa 2m, e sostiamo poco dopo su 3ch alla base di una colata nera. Proseguire sulla cengia vorrebbe dire girare lo spigolo. 30m, I
L10 – Salire leggermente verso sx su roccia nera (chiodi) e dal giallo traversare subito orizzontalmente a dx (fin qui V+). Superare direttamente degli strapiombi (VI, chiodi), spostandosi poco a sx puntando ad un diedro giallo. Lo si scala (oppure sulla placca subito a dx, delicato!) e rimontare il tetto manigliato, proteggibile. Più facilmente si risale brevemente un salto di canale e si sosta su varie clessidre. 50m, VI
Lo schizzo di Santomaso sembrerebbe indicare di salire a dx della colata nera ed il tracciato sembra più obliquo a dx, come pure nello schizzo di Jacopelli
L11 – Su per il canale fino in cengia. Sosta su mugo o albero. 30m, II-III
Tempo – 5 ore
Si va a sx a prendere la discesa degli Scalet (Decima, etc…) oppure si traversa a dx e ci si congiunge alla discesa dalla Pala del Belia (Sorarù, etc…), oppure come abbiamo fatto noi si scende per la ferrata Costantini. Si deve traversare a dx in cengia dalla fine della via e poi molto presto si guadagnano i cavi segnalati da molti bolli. La ferrata è inizialmente facile, poi faticosa e verticale. Dopo la zona centrale con sentiero si continua per placche appoggiate. Possibile uscire a dx sul sentiero di avvicinamento. Si prosegue ancora con tratti atletici in traverso fin nei pressi del rifugio.
Dadi e friends sono utili, comunque è una via chiodata