Questa cresta di origine vulcanica si colloca a metà strada tra il Sasso Bianco e le Cime d’Auta, in quella che è l’ultima propaggine meridionale del gruppo della Marmolada. Non so quale sia la frequentazione di questa montagna, fatto sta che ad oggi ci si deve affidare alle sole tracce di camosci e sulla cima non si trovano segni umani. Oltre l’avvicinamento per sentiero ripido ma ben segnato siamo saliti lungo il versante nord che presenta una evidente grande rampa erbosa che conduce alla più occidentale delle cime che costituiscono le Cime di Pezza. A posteriori non escludo che si possa salire anche girando in versante sudovest oltre la Forcella delle Fontane.
gruppo MarmoladadifficoltàEEdislivello1030 mtquota max2.396 tempo2h e 45'cartografiaTabacco 015data28/07/12
Una valida alternativa alla salita della cima è proseguire fino alla Forcella delle Fontane e compiere un giro ad anello scendendo per la valle di Franzei. Questo è un piccolo villaggio di tabià, non del tutto abbandonato, che sorge in un’amena valle verde con l’immancabile torrente al centro e le mucche al pascolo. Di recente il sentiero di accesso a Franzei da Sottoguda è stato stravolto da una larga strada sterrata che sale con numerosi tornanti.
Oltre Sottoguda, prima di arrivare ad uno spiazzo con area picnic e presso una curva a dx, si parcheggia su piazzola (cartelli con indicazioni per Valbona).
Si sale per strada sterrata che via via diventa più simile ad un sentiero, senza nessun tornante, a tratti molto ripidamente. Si raggiunge senza perdere tempo alla Casera di Valbona, un ricovero d’emergenza dove c’è solo un focolare ed una fontana, nessuna comodità. Fin qui circa 45minuti. Si prosegue in direzione della Forcella delle Fontane, per sentiero sempre ripido per bosco e poi per prati più aperti. La traccia non è sempre evidentissima e l’erba cresce alta, non mancano però bolli rossi in gran quantità.
Arrivati al limitare dei prati che scendono dalla montagna, prima che il sentiero pieghi decisamente a destra verso la forcella, si abbandona la traccia segnata e si prosegue per un valloncello che si apre in modo naturale fra la vegetazione. Si risale un prato con sassi affioranti in direzione delle rocce per poi obliquare a sx verso un costone coperto in parte da alberelli. Seguendo tracce di camosci ed oltrepassando le loro tane, si raggiunge un rivolo d’acqua che scende da un canale e l’inizio della rampa erbosa che sale verso la cima. La si segue sempre senza difficoltà, sfruttando al limite qualche sasso per trovare un terreno più solido. Raggiungiamo la cresta di vetta, tormentata a est da numerose pericolanti guglie di roccia nera. Verso ovest si susseguono gobbe erbose, a cui però bisogna prestare attenzione perché in versante sud la montagna è visibilmente soggetta a crolli.
Tempo – 2h45′
Come all’andata. Siamo saliti anche alla Forcella delle Fontane, per il sentiero segnato che è risultato ancora molto ripido. Poi il temporale ci ha fatto battere in ritirata.