Cima Val di Guerra, traversata

Una traversata da sud a nord, remunerativa, per il paesaggio e l’ambiente in cui si svolge.
La Cima di Val di Guerra sorge nel nodo della Croda del Sion, nel gruppo del Pramaggiore. Rispetto al Sion è leggermente più bassa, ma offre comunque un ottimo punto d’osservazione per le principali cime dolomitiche e del vicino Friuli. L’ambiente non è molto selvaggio, complice la vicinanza della ferrata Cassiopea al Torrione Comici e gli anelli escursionistici più classici della zona. Pochi invece quelli che calcano la vetta, almeno è quello che si desume dalle poche firme sul libro dei passaggi.
Noi abbiamo percorso la “vecchia” via normale dal versante sud e siamo scesi per quella “nuova” dal versante nord. La prima presenta difficoltà concentrate in pochi metri sul III-, la seconda ha difficoltà leggermente inferiori distribuite su di un percorso roccioso più lungo e complesso. Sulla vecchia non si trovano ometti, sulla nuova ce ne sono molti e bisogna dire che la roccia è anche più solida. Noi consiglieremmo la traversata, giusto per variare.

gruppo Dolomiti d'OltrepiavedifficoltàII, III-dislivello1200 mtquota max2.353tempo4 oreappoggiorif. PordenonepartenzaPian Meluzzo, 1163mdata06/09/15

Approccio

Si può scegliere di partire dalla Val Cimoliana, oppure da Forni di Sopra. Scegliamo il primo caso, almeno per il dislivello leggermente inferiore.
Da Pian Meluzzo, nelle vicinanze del Rif.Pordenone in Val Cimoliana, seguiamo le indicazioni dal parcheggio basso per la Casera Meluzzo. La si raggiunge in breve per strada elementare. Ancora in piano fino ad un primo bivio, dove si svolta a dx per la Val Postegae in direzione di Forc.dell’Inferno, Passo del Mus. Si rimane sulla sx (dx idrografica) del largo greto di fondo valle, poi si sale con pendenza costante e serpentine per un bel bosco dal fondo morbido. Con un cambio di direzione non si punta più al possente Pramaggiore, ma si esce in Val di Guerra, in vista della parete sud della Cima di Val di Guerra e sotto allo sperone della Croda del Sion. Un bel praticello, un torrentello ed un masso spiovente compongono un bel quadretto idilliaco. Tra le due cime citate si nota un vallone, quello detto del “Creton”. Si prosegue per il sentiero diretto al Passo del Mus.


via Normale Sud

Ben prima del passo, presso una forcella e prima di un prato, si scarta sulla dx per ghiaione. Senza arrivare alla parete, si scarta sulla dx, si rasentano le rocce seguendo una traccia da camosci. Quindi si entra e si risale il Creton, stando sulla sx (dx idrografica). Si sale il primo canale che si incontra, sotto una torre. Inizialmente il canale è semplice (I-II), poi un breve tratto impegna un poco di più (5m, III-, 1 chiodo in mezzo). Dove il canale si impenna e presenta sassi incastrati, ci si sposta per canalini un po’friabili sulla sx (II). Si traversa poi decisamente a sx raggiungendo delle zone erbose, quindi ci si porta sul versante ovest allineati con la cresta rocciosa sovrastante. Qui ci si congiunge con l’altra normale e spuntano gli ometti.
Si risale la cresta, spesso sul filo, seguendo i numerosi ometti (II). Un breve passaggio verticale può essere classificato ancora di III-. La vetta viene raggiunta anche con una “spaccata” (evitabile).

via Normale Nord

Si ripercorre al contrario la cresta fino alla fine delle rocce. Ora ci si porta sul versante nord, su un pendio di ghiaie, che si scendono stando a lato di un canale. Successivamente si eseguono numerosi zig-zag seguendo gli ometti nella parete sottostante (I-II), un po’ esposta. Nel finale si scende una fessura o le rocce di fianco con difficoltà di II+. Per una cengia si raggiunge il ghiaione e per questo rapidamente si è al Passo del Mus.


Discesa

Per effettuare un giro più ampio noi siamo saliti alla Forcella Val d’Inferno (ottima vista sulla nostra cima). Quindi siamo scesi in Val di Brica, transitando per l’omonimo ricovero fino in Val Meluzzo. E’certamente di soddisfazione compiere il giro ad anello, ma bisogna anche dire che il sentiero non è dei migliori per la discesa, sarebbe stato molto più comodo quello seguito all’andata. In Val Meluzzo, fare attenzione alle deviazioni del sentiero sul greto del torrente: oltrepassato un primo tratto pianeggiante ci si deve portare sulla sponda sx del greto, altrimenti poi è difficile riprendere il sentiero corretto.