Vista dal Rifugio Vazzoler, la Cima Della Busazza si eleva grandiosa con un salto di 1000 metri, dove hanno lasciato il segno nomi illustri dell’alpinismo dolomitico. Del tutto diverso invece l’aspetto che ci si presenta ad est: vista dal Van delle Sasse appare tozza e massiccia, ed è subito evidente che l’ascesa non comporta particolari difficoltà.
La via normale è relativamente frequentata sia d’estate che d’inverno, stagione quest’ultima in cui questo percorso diventa un’interessante ed impegnativo itinerario di scialpinismo (OSA, S4 e due tratti di S5), riservato a pochi.
Lo scoglio maggiore risiede nell’affrontare l’importante dislivello dal fondovalle (1800m), poiché le difficoltà tecniche invece sono limitate e superabili anche dall’escursionista medio senza alcuna necessità di assicurazione.
Non si conoscono i primi salitori di questo percorso; invece la prima ascensione alla cima per il versante orientale e la cresta NE è stata effettuata nel 1903 da Paul Hübel ed August Oberhäuser.
gruppo CivettadifficoltàI e II, PDdislivello1800 mt quota max2.894esposizioneSud-Esttempo5 ore (la salita)appoggiorifugio VazzolercartografiaTabacco 015partenzaCapanna Triestedata02/01/17
Abbiamo salito la Cima Della Busazza in una veste semi-invernale, trovandovi poca neve, ma quel tanto che bastava per agevolarci la salita del canalino centrale e velocizzare la discesa dai pendii finali. In questo caso sono consigliabili, se non necessari, i ramponi. Una piccozza classica può agevolare ulteriormente in caso di maggior innevamento, ma a nostro avviso non è indispensabile.
Salita assolutamente consigliabile per la bellezza dei luoghi che si attraversano, per la varietà di panorami, fra cui una splendida vista della Torre Trieste e per il senso di isolamento cui si è sottoposti anche trovandosi in una delle zone più note delle Dolomiti Venete.
Dal parcheggio della Val Corpassa si percorre la classica strada sterrata in direzione del Rifugio Vazzoler. Terminati i tornanti sotto la Torre Trieste, in vista dei Cantoni di Pelsa, si segue a dx il sentiero tra i mughi per il Van delle Sasse e la Ferrata Tissi. Si passa sotto la Trieste, per un breve tratto si scende per poi risalire con un bello strappo fino ai primi ripiani che scendono dal Van delle Sasse. Il sentiero va seguito ancora per buon tratto, passando accanto a pareti lisciate dall’acqua, raggiungendo infine il grande pianoro del Van delle Sasse (quota 2400m circa).
Tempo – 2 ore e 15′
Da qui è visibile la cima ed anche buona parte della salita.
Per prima cosa si seguono gli ometti che guidano fuori dal sentiero attraverso il Van, prima verso una bastionata rocciosa e poi decisamente verso sx. Seguire le tracce piuttosto evidenti che porterebbero più avanti al Castello della Busazza, aggirando la bastionata e risalendo un ghiaione. In alto è evidente una larga parete rossastra che sembra un’anticima. Sotto questa si aprono alcuni canalini, probabilmente tutti più o meno percorribili che immettono tutti in un catino sotto la parete rossastra. Noi scegliamo il canale più a sx, che presenta un passaggio di II grado in partenza e poi del I grado. Quindi dal catino si traversa a dx sotto le rocce, seguendo una rampa che permette di raggiungere gli ampi pendii detritici sotto la cima. Si sale abbastanza liberamente per la china di ghiaie e roccette (ometti), poi si devia a sx, magari preferendo le ghiaie (ometti). Si raggiunge una panoramica spalla della cresta sud, da dove si segue l’ultimo breve tratto di cresta rotta per giungere in cima.
N.B.
Raggiunta la parete rossastra, non certi di essere sulla via corretta, siamo ridiscesi fino agli attacchi dei canali ed abbiamo provato quello che si trova più a dx a ridosso delle pareti.
Questo inizia aperto, a lastronate e risalti rocciosi. Continua poi per caminetti (II grado) e poi per rocce non sempre solide (I) raggiungendo l’uscita della rampa che proviene da sx. Soluzione meno consigliabile.
Per la via di salita. Tempo – 4 ore sino al parcheggio