Un anello dal bivacco Gera
La Cima Bagni è una delle maggiori elevazioni del gruppo del Popera, ma quello che più colpisce è l’estensione di questa montagna. Vi sono importanti vie di salita su tutti i versanti, itinerari adatti più agli alpinisti “vecchia maniera” che agli arrampicatori, anche se non mancano alcune vie d’arrampicata importanti. Oltre alla cima è anche discretamente frequentata l’attraversata del Cadin del Biso (Cengia Gabriella Seconda) che passa sul versante ovest della montagna. In quest’occasione ho voluto percorrere un giro ad anello dal bivacco Gera, salendo la via della cresta sudest da forcella Bagni e scendendo poi per la via dei primi salitori fino al Cadin del Biso. Per ritornare in Val d’Ambata ho valicato Forcella Paola percorrendo parte del vecchio sentiero 101, citato poco prima.
gruppo PoperadifficoltàI, II dislivello2150 mt c.a.quota max2.983appoggiobivacco GeracartografiaTabacco 017data07/09/13
Se raggiungere Cima Bagni comporta numerose difficoltà di orientamento, terreno impervio e passaggi d’arrampicata, al contrario Cima d’Ambata è un vetta adatta anche agli escursionisti. Oltretutto per raggiungere quest’ultima vetta è sufficiente una breve digressione dalla normale alla Bagni.
Nella salita a Forcella Paola c’era l’incognita di un passaggio in discesa con possibile doppia. Mi sono quindi portato corda e imbrago per tutto l’itinerario, ma se non transitate di qua probabilmente sarà solo un peso inutile.
Sorpassato Auronzo sulla strada per Misurina si parcheggia alla frazione di Reane, dove c’è un buon parcheggio nei pressi della chiesa bianca. Si inizia a camminare per “via Ambata” e prestissimo si trovano le indicazioni per il bivacco Gera che guidano ad una strada forestale (percorsa anche da fuoristrada).
Si risale tutta la sterrata, a tratti anche con buona pendenza, fino a quota 1300m dove termina. Si prosegue nel bosco (indicazioni) e dopo un tratto pianeggiante si raggiunge la vera Val d’Ambata, si attraversa il greto e si sale nel bosco. Dopo un lungo tratto di sentiero ripido e stretto si raggiunge nuovamente un torrente dove nei pressi c’è un masso che fu utilizzato dai pioneri della zona.
Si rimane in destra orografica e si imbocca un canale con torrente a sx. Seguendo i bolli si entra in un nuovo bellissimo vallone. Più avanti si è costretti a superari dei passaggi su roccia nel canale (I grado), poi si sale per prati a dx e prima per un costone erboso e poi per un prato con affiorazioni rocciose si raggiunge il bivacco.
Tempo – 3h30′ (impiegate 2h20′ per cercare di evitare il buio)
Alle spalle del bivacco Gera si prende una traccia che con una curva attraversa il cadino in quota. Ad un bivio (bolli rossi in entrambe le direzioni) si prosegue orizzontalmente, tralasciando quindi il sentiero per Forc.d’Ambata. Una volta arrivati nel ghiaione che scende da Forcella Anna lo si risale faticosamente tutto (pochi ometti, qualche bollo in alto) fino alla comoda incisione. Tempo – 45′
Si attacca ora la parete di Cima d’Ambata proprio dal sommo della forcella, per dei canalini di I grado. Vi sono varie possibilità, io svolto presto a sx raggiungendo una divertente cresta (max I) con molti ometti. Si potrebbe proseguire lungamente per questa, invece seguo degli altri ometti a dx che portano in un canalino scolo d’acqua. Brevemente si raggiunge un grande catino ghiaioso sotto la cima. Qui, appena oltre l’inizio del cadin, si stacca a dx la traccia per Forc.Bagni.
Ci si porta nuovamente sulla facile cresta di sx, quindi si seguono gli ometti fino alle pareti friabili che chiudono il cadin. Per un canale friabile o per la paretina alla sua sx (I) si raggiunge una nuova cresta affilata e friabile. La si segue brevemente, poi ci si porta a sx e per canalino e qualche passaggio si raggiunge il bastone di vetta. Tempo – 1h30′ dal bivacco.
Salita – via Innerkofler
Intanto si ritorna al Cadin e si scende fino alla citata deviazione per Forc. Bagni (attenzione: alcuni ometti alti nel cadin, con traccia, conducono ad un’altra cengia e alla cresta tra Cima Ambata e Cima Bagni, non seguirli!). Due ometti segnano l’inizio della “cengia”.
Non aspettatevi una cengia netta, all’inizio si tende decisamente a scendere, anche con passaggini su roccia. Raggiunte delle ghiaie (grosso ometto) si devia a sx in direzione di un gendarme giallo che va aggirato a dx. Si risale per ghiaie fino alle rocce sovrastanti e si rinviene una esile cengia con molti ometti. Da qui il percorso è piuttosto lineare, basta assecondare la cengia segnalata, solo fate attenzione a non perdere gli ometti. Si raggiunge infine Forc.Bagni. Tempo – 1h30′ da Cima d’Ambata (mi sono perso più volte).
Seguire ora una traccia a sx che scende nell’altro versante (W) per una decina di metri, quindi risalire un valloncello detritico. Prestare ora attenzione: non si deve seguire una marcata traccia pianeggiante (porta direttamente nel Cadin del Biso) ma bisogna salire con pochi passi alla cresta.
Dalla cresta, senza affrontare la roccia marcia, si scendono 2m in versante est (dx) e poi si prosegue per cengia delicata. Ben presto si sfrutta uno dei vari canalini per portarsi di nuovo in cresta (non saprei dire qual è il migliore, circa I+). Si segue la cresta (2 bolli) che diventa poi una cengetta che muore sotto a dei canalini (altro bollo). Si sale il canale a dx del bollo (visibile una calata in cima) con del II grado. Sul versante opposto si scendono 3m (ancora II). Ora con percorso evidente per cengette friabili si va a toccare un largo canalone (via Martini-Zambelli). Si seguono le ghiaie al bordo del canale e, quando possibile, si esce a sx ad una cresta tonda detritica. Questo è il punto dove si congiunge la via Siorpaes, cioè la mia discesa.
Una traccia ben battuta risale il versante detritico, a volte anche molto faticoso, raggiungendo una forcella da dove si può vedere in basso il prato del biv.Battaglion Cadore. Senza altre possibilità si risale la cresta friabile in direzione della vetta (I grado) che si raggiunge per gli ennesimi sfasciumi. Tempo – 1h da forc.Bagni
Discesa – via Siorpaes
Si ripercorre a ritroso l’itinerario fino al punto segnalato sulla cresta tonda detritica. Senza abbassarsi troppo sulla cresta si volge a dx, scendendo delle roccette in vista della larga banca detritica inclinata che segue questa via. Sulla banca non ci sono tracce e gli ometti sono pochi, ma basta seguirne la pendenza e perdere progressivamente quota. 100m prima di un ripido canalone, oltre al quale la banca diventa stretta cengia, si rinvengono degli ometti che invitano a scendere decisi.
Non ho individuato bene il percorso corretto, comunque sono rimasto a dx di un canalino detritico per un costolone con vari passaggi di I grado, raggiungendo alla fine una sella verde. Da qui si scende per ghiaie velocemente al Cadin del Biso (torrentello dissetante).
Arrivati nel Cadin vi sono almeno 4 possibilità:
1 – tornare a Forc.Bagni (faticosi sfasciumi),
2 – Cengia Gabriella II verso il biv.Battaglion Cadore (II e 1p.III),
3 – Discesa diretta in Val Bastioi (II o doppie),
4 – Forcella Paola come segue.
All’inizio del Cadin non ho trovato tracce di passaggio, l’ho quindi traversato in quota in direzione delle tracce sotto Cima d’Ambata. Dopo qualche fastidiosa ghiaia dura nel alveo di vari valloncelli raggiungo la traccia. Si traversa per ghiaie fino a portarsi alla base di un canalone più ripido. Lo si risale con qualche passaggio di I, I+ (neve soprattutto ad inizio stagione) guidati dai bolli rossi fino ad uno stretto intaglio con ometto. Sul versante opposto si scende prima per ghiaie poi per un salto, nel mio caso con corda doppia di 5-10m (altrimenti dicono III+). Dopo una breve cengia si affronta un secondo canalone ripido, con altri passaggi di arrampicata (I, I+), sfasciumi e neve. Attenzione: non si sale tutto il canale, dove diventa molto ripido si esce a dx per cengetta (grosso ometto) ed aggirato uno spigolo si raggiunge in pochi metri Forcella Paola. Tempo – 3h da Cima Bagni.
Sul versante opposto si scende velocemente per ghiaia mobile ai prati sotto la Croda di Ligonto. Ora stando per i prati a dx (ometti), senza scendere quindi per il torrente, si lambisce una fascia di mughi e dopo una breve discesa si seguono gli ometti attraverso la macchia fino al torrentello (visibile la traccia sul versante opposto). Oltre il torrente, ancora guidati da numerosi ometti, si attraversano mughi e prati fino a scendere al sentiero che porta al biv.Gera.
Vista l’ora (le 17) e la fatica…dormo un’altra notte in bivacco!