“Grandiosa, lunga, ma piacevole, arrampicata libera su linea ideale e roccia quasi ovunque magnifica”. Così esordiva l’alpinista tedesco nella sua preziosa guida delle Dolomiti di Sesto – “Sextener Dolomiten”, R.Goedeke, 1983, Bergverlag Rudolf Rother), commenti in buona parte condivisibili!
Anche se poco note dal punto di vista dell’arrampicata, anche queste zone delle Dolomiti di Sesto presentano itinerari validi e di soddisfazione, come quello qui presentato alla imponente muraglia est della Cima Bagni, la maggiore per elevazione ed estensione del gruppo. Rare le visite alla cima, c’è chi sale per il canalone Witzmann e chi per la normale, mentre nel fradicio libro di vetta abbiamo trovato un paio di ripetizioni della Castiglioni ed un paio della Goedeke (2 cordate tedesche) dal 2002.
Primi salitori: R.Goedeke e A. Nehring, il 25 luglio 1980
gruppo Dolomiti di Sestodifficoltàprev.III, fino al V+sviluppooltre 1000 mt tempo7 oreappoggiobivacco Piovandata29/08/15
Forse è temuta la qualità della roccia, ma posso garantire che è definibile almeno come “buona” anche dai palati più fini. Forse intimorisce un presunto lungo avvicinamento, ma bisogna far presente che una marcia di appena 15-20 minuti dal punto di appoggio più vicino (o 2 ore dal parcheggio) sono invece una rarità. La chiodatura? Su un percorso di questo tipo abbondano gli spuntoni e nei passaggi i friend sono più che sufficienti. Il vero impegno invece è imposto dalla lunga e complessa discesa: chi ha già salito la cresta Innerkofler sa quanta attenzione sia necessaria e quanto possa essere difficile seguire le tracce con la nebbia. Vi sono anche alcune alternative, ma il metodo più veloce rimane la cresta e le successive cenge fino alla Forcella Anna.
Percorsa in una giornata splendida, per noi è stata una salita veramente godibile e di soddisfazione. I tratti più facili li abbiamo percorsi slegati, quelli più difficili sono una quindicina distribuiti in più di 1000 metri di sviluppo e risultano originali e su roccia da buona ad ottima (un solo tratto discreto in uno dei primi tiri). Alla base della parete passa un sentiero discretamente frequentato, ma rimane distante e non ci siamo neppure accorti di quanti lo stavano percorrendo, così che ci è sembrato di arrampicare in ambiente isolato. Il panorama di creste verdi di fronte alle parete favorisce anch’esso una sensazione diversa, non è il solito intrico di crode tipicamente dolomitico.
L1 – Salire per un caminetto leggermente obliquo a dx fin sotto ad una cengia. Sosta su spuntone. 50m, III+
L2 – Salire alla cengia e traversare a sx ad un camino profondo. Sostiamo su sasso incastrato dubbio. I
L3 – Invece di salire per il fondo friabile, conviene stare sulla solida placca di destra. Superato un naso, si prosegue nel camino, poi a sx ad una cengetta con ottimo spuntone. IV, 1p.IV+
L4 – Traversare a sx per placchetta ad un diedro che in basso continuerebbe come camino (quello citato in avvicinamento). Qui si deve zigzagare per evitare le zone più friabili. Dove la roccia diventa marmorea, conviene salire pochi metri ad una conchetta. Sosta su clessidra poco visibile. IV+
L5 – Si prosegue per la fessura di dx, poi si ritorna a sx nel diedro e si esce su di un canale appoggiato. Sosta su spuntoni o massi incastrati. IV
L6 – Slegati. Si è su di una vasta cengia. Conviene seguire i gradoni con erba a dx di un colatoio, poi spostarsi in esso fino a dove la parete si raddrizza. Ora ci si potrebbe legare, noi continuiamo così. Saliamo un colatoio nero (III), poi per canaletti più appoggiati in obliquo a dx (II). Alla fine di questi la prosecuzione logica sono dei diedrini più impegnativi (III) che portano ad una conchetta sotto e a sx di uno strapiombo giallo. 350m
L7 – Seguire il diedro a sx dello strapiombo, in forma di placca prima e di fessura poi. Se ne esce con breve traverso a dx in un canale aperto. Ancora qualche metro dritti per trovare due cless di sosta. IV
L8|9 – Conserva. In obliquo seguendo e traversando canalini puntando alla parete grigia a dx di un evidente pilastro giallo. Poco oltre un clessidrone orizzontale, si sosta su spuntone presso uno spigolo. 80m, III
L10 – Per una divertente fessura grigia superficiale si sale ad un buon terrazzino sotto un diedro grigio a dx della parete gialla del pilastro. Sosta su 1ch (originale) e spuntoni. 30m, IV
L11 – Superato uno strapiombo sulla dx (V+) si continua per un diedro grigio verticale. Per vaga cornice si esce a dx in traverso ad un grosso spuntone. Eventualmente anche clessidrine per sostare. 30m, p.V+ e V
L12 – Traversare in obliquo a dx raggiungendo una cengia. Sosta su spuntone. 30m, III
L13 – Si raggiunge un profondo canale che obliqua a sx, ma se ne esce subito per la parete di dx. Per risalti si arriva all’altezza della cima di un pilastro. Sosta su spuntone. 65m, III+
L14|15 – Si segue un canale aperto sopra lo spuntone, obliquando a dx si raggiunge una crestina che, seguendola brevemente, porta ad una comoda spalla dove terminano le difficoltà. 70m, III
L16 – Slegati e con percorso libero. Saliamo per roccette, magari con qualche svolta cercando i passaggi più facili (I e II). In vista di un colatoio con risalti d’acqua, si monta uno sperone friabile e si attraversa il canale verso sx. Per caminetti e poi per detriti e roccette si raggiunge la vetta.
Tempo – 7 ore
All’inizio della piana del Rif.Lunelli (Padola) si seguono le indicazioni per il biv.Piovan. Si scende dunque ad un greto e poi si risale per seguire lungamente una traccia pianeggiante. Sotto grandi ghiaioni vi è un bivio, si scarta a dx per il bivacco con l’accortezza di stare al margine sinistro del ghiaione. Con numerosi tornanti si giunge in linea con la base della Cima Bagni. Per il bivacco bastano pochi minuti, raggiungendolo ad una forcella di cresta sulla sinistra. 1h 30′. Dal bivacco Piovan si scendono pochi metri e poi si segue il sentiero cai in direzione del Rif.Berti. Dai prati sotto la Cima Bagni, si aggira una costola verde e si risale alla sua destra per detriti. L’attacco è posto a 10-20m a dx di un tetro camino nero, dove salgono dei caminetti articolati. 20 minuti dal bivacco.
Il percorso più breve per tornare al bivacco Piovan è quello attraverso la cresta sud-est (via Innerkofler) e la Forcella Anna. La prima parte della cresta, la più difficile, può essere evitata scendendo al Cadin del Biso con la via Siorpaes e risalendo successivamente alla Forcella Bagni. Penso non sia consigliabile scendere per il canalone Witzmann, come pure ripiegare verso il bivacco Gera per forcella Paola, traversare per la Cengia Gabriella II o tentare di scendere direttamente sotto al Cadin del Biso.
Dunque dalla vetta si seguono evidenti tracce su ghiaie verso ovest (1 spit su un masso…) fino alla forcella di uscita del Witzmann (troviamo una corda fissa ancorata a degli spit…). Poi verso sx si seguono le tracce ed alcuni ometti per ghiaie e roccette (I) fino ad una cresta più pronunciata, parallela ad un canalone sulla sx che ha una grossa frana chiara sopra. Gli ometti guiderebbero per la cresta, ma il percorso si complicherebbe. Meglio invece scendere al canalone per ghiaia, seguirlo ed uscirne presto sulla dx per una cengia con ometti. Seguire la cengetta, anche con un passo particolarmente esposto, oltre il quale si sale ad un pulpitino (II). Scendere sul lato opposto (II), poi ancora per cengia e canalini (bolli). Si insiste per la cresta, scendendo il primo di 2 canalini sulla sx (II), poi per cengia si arriva a terreno più semplice. Si esegue un giro per ghiaie e si risale fino a Forcella Bagni (grossi ometti).
Ora si tende in leggera salita (2 segni rossi), poi si seguono le cengie con ometti, quasi sempre in piano e senza grosse difficoltà. Finite queste si arriva ad una zona detritica, dove gli ometti proseguirebbero dritti. Noi invece scendiamo ad un evidente gendarme giallastro, da contornare a sx, quindi per terreno accidentato si traversa fino a dei colatoio sopra Forc.Anna, che si raggiunge per roccette (II).
Giù per il canalone di sx, innevato o ghiacciato ad inizio stagione. Fortunatamente lo troviamo libero, mentre la neve alla base del canale è facilmente evitabile. Delle tracce, bolli e ometti guidano prima a sx e poi a dx di un torrentello con pozze. Infine si raggiunge il ghiaione che viene attraversato dalla traccia che riporta al bivacco. 3h dalla cima.
NB – vedere la salita per la via normale
Cima Bagni, via Normale
Una scelta di dadi e friends: tutti utili, nessuno indispensabile