Una delle rare opportunità di poter salire una via di Gigi Dal Pozzo. Splendido itinerario, aperto in solitaria dal fuoriclasse bellunese nel 2003, rimasta attrezzata a fix per i futuri ripetitori, più che per l’effettiva necessità durante l’apertura.
Si tratta comunque di una chiodatura piuttosto parsimoniosa, che obbliga all’uso delle protezioni veloci là dove gli spit non ci sono o dove non ci si sente a proprio agio nel binomio difficoltà/spittatura lunga.
La salita segue inizialmente una bella colata nera regolare e verticale, fino alla larga Cengia de la Dambra, possibile via di fuga. La seconda parte si sviluppa sempre su roccia nera lavorata dall’acqua, a tratti meno solida, assecondando una grande arcata di strapiombi gialli che porta progressivamente verso sinistra. La via termina all’altezza della Cengia di Ball, ove passa la frequentata via normale.
Fino alla cengia si trovano fix zincati da 10mm, alcuni purtroppo un poco arrugginiti ed alcuni altri rovinati da (probabilmente) scariche di sassi (nulla di preoccupante, comunque). Nella seconda parte si trovano spit da 8mm sui tiri e da 10mm in sosta.
Considerato l’orientamento favorevole e le colate nere, è consigliabile la ripetizione nel periodo autunnale.
gruppo Pelmodifficoltàmax VII+sviluppo340 m c.a.quota max3.168 la cimaesposizioneSud Esttempo4h la via appoggiorifugio VeneziacartografiaTabacco 025data30/09/18
Il punto di partenza più logico è Zoppé di Cadore, dovendo arrivare fin quasi al Rifugio Venezia. Da qui sono possibili due sentieri: la strada sterrata, oppure il sentiero cai 571 più diretto. Scegliamo la seconda opzione. Dal bivio con indicazioni alla fine del paese ci incamminiamo a sinistra (Costalta – Rif. Venezia) e alle fine delle case saliamo subito ripidi per una larga mulattiera. Un cartello ci invita a separarcene per passare in piano al di là di un torrente. Da qui si sale ripidamente nel bosco, fino a incrociare nuovamente la strada. La si segue fino ad arrivare in vista del Rif. Venezia, da dove conviene prendere un sentiero non segnato che passa tra i mughi e in piano. Logicamente, si raggiungono le pareti del Pelmo e con leggera discesa (si oltrepassano dei monotiri) si guadagna l’attacco, in linea con una evidente colata nera e poco a destra di un alto pilastro. Spit visibile
Tempo – 1h e 30′ dal parcheggio
L1 – Salire un corto diedrino, quindi obliquare in placca in direzione della colata nera, che una volta raggiunta va salita più o meno verticalmente verso una cengia. Prima di arrivare ad un tetto che interrompe la colata, si devia a dx e si sosta comodamente su 2spit. 50m, VI+, V+ e V
L2 – Per una rampa a sx si raggiungono i tetti. Salire direttamente per la colata, seguendo gli spit. Dove questa diventa più facile, gli spit spariscono. Conviene seguire un diedro-fessura poco a sx, che conduce ad un colatoio bianco. Sosta su mughi o su 1 spit sopra un tetto. 60m, VI+, V+ e V
L3 – Superare il tetto – boulder verso dx. Salire una decina di metri ed uscire su cengia (sosta distrutta e sconsigliabile). Qui noi proseguiamo per una bella paretina lavorata e sostiamo su spuntone sopra di essa. 60m, VI+, V e IV
L4 – Salire ai prati sotto parete, quindi traversare a sinistra per cengia e fermarsi presso la nuova parete nera, dove c’è 1 spit di sosta. 70m, elementare
N.B. Questa è la Cengia de la Dambra, da cui eventualmente dovrebbe essere possibile la ritirata traversando a sx (in direzione della Dambra) e scendendo poi per un canale di I grado (info da guida CAI-TCI del Pelmo)
L5 – Salire 3m in placca difficili (VII+, spit). Obliquare a dx e superare uno strapiombo nero. Sopra di esso, obliquare a sx verso una placca nera, che va salita direttamente fino ad una comoda cengia. 2spit di sosta. 30m, VII+, VI+
L6 – Traversare a sx, portandosi però ad una cornice più alta. Doppiare uno spigolo (VI+, spit). Obliquare ancora a sx e raggiungere rocce nere più articolate che portano verticalmente ad una cengetta con comoda sosta, su 2spit. 30m, VI+ e V+
L7 – Proseguire a sx per un logico camino (spit all’uscita). Ora dritti con leggera tendenza a sx, rinvenendo altri 2 spit, entrambi presso cenge. Sosta comoda su 2 spit, non distanti da una evidente fessura gialla che si ha sempre tenuto sulla dx. 50m, VI
L8 – Traversare 5-10m a sx ad uno spigolo rotondo, quindi salire dritti (spit). Per terreno articolato si incrocia poi una cengetta, dove si sosta a sx su 2spit. 30m, IV e V
L9 – Su per rocce nere non difficili, quindi per risalti e cenge ci si sposta progressivamente a sx sovrastati da grandi tetti (pervenuto solo 1 spit). Dalla cengia più alta si traversa a sx fino ad un camino che passa a lato dei tetti. Sosta comoda su 1spit+1golfare. 60m, IV+, poi III e IV
L10 – Non si sale il camino, ma un diedro più verticale alla sua dx, con alcuni passaggi non banali. Oltre un masso incastrato si esce su facile canale e si sosta dove possibile. Non abbiamo rinvenuto la sosta con 1spit riportata in altre relazioni. 35m+20m, VI+, poi III e I
Tempo – 4 ore
La via esce poco decine di metri più a sinistra del termine della cengia di Ball, dove ha inizio il grande anfiteatro della via normale. Se avete tempo e voglia potete proseguire per questa fino in cima, per la quale potete calcolare 1h30’- 2h di buon passo, per coprire i rimanenti 900 metri di dislivello.
Ovviamente i più vorranno scendere immediatamente, quindi non resta che seguire la lunga cengia che alterna tratti comodi ad altri più esposti e levigati dai passaggi (II grado), ad ogni modo niente che possa intimorire chi è uscito dalla via di Dal Pozzo!
La cengia termina su ghiaione (bolli rossi) dove si rinviene una traccia che scende al rifugio Venezia (fin qui quasi 1 ora). Da qui come per l’avvicinamento.
C’è chi riterrà superfluo portare con sé altro materiale al di fuori di una modesta dotazione sportiva di 7 rinvii. Più conveniente e salubre dotarsi di una piccola scelta di friends dal blu piccolo al verde o rosso. Eventualmente 1 microfriend e/o dadi piccoli.