Torre di Valgrande, via Carlesso-Menti

Bella via classica, molto nota ed ambita, che probabilmente rappresenta anche l’itinerario più frequentato del lato Nord-Ovest della Civetta, aperta in 3 giorni nel 1936 dal pordenonese Raffaele Carlesso insieme al vicentino Mario Menti.
La Torre di Valgrande è una delle sette punte che svettano a destra della cima della Civetta; l’itinerario percorre, quella linea ben visibile dal Lago di Alleghe che fende l’intera a parete “a goccia d’acqua”.
Alla logica indiscutibile va sommata la bellezza dell’arrampicata, lungo uno strapiombante diedro-fessura che impegna costantemente. Molto caratteristica la grotta ed il superamento del tetto del secondo tiro su gialli, che Raffaele Carlesso dichiarò di aver superato in libera (VIII-), affermazione di tutto rispetto ma poco credibile, se si pensa ai mezzi di cui si disponeva allora. Ad ogni modo, anche salito in artificiale (A0 ed A1) il passaggio non è banale, e richiede un minimo di dimestichezza con l’utilizzo della staffa.

Difficile non sorprendersi dell’audacia di questo fortissimo capocordata che già nel 1934 aveva aperto un lungo itinerario sulla Torre Trieste insieme a Bortolo Sandri, – un’anno prima dell’apertura della più frequentata via di Cassin – quasi un chilometro di sviluppo per un’arrampicata fatta di strapiombi, traversi, diedri e fessure su roccia non sempre di buona qualità e difficoltà sino all’VIII- (A1 e A2), rimasta per anni fra le più difficili scalate in Dolomiti. 

Le soste sono in genere abbastanza comode, su piccoli terrazzini, a parte una da fare appesi.
La roccia della parte basse, sui gialli, richiede attenzione in quanto sono presenti ancora delle scaglie pericolose. In alcuni passaggi sui gialli la roccia si presenta un poco usurata dalle ripetizioni, mentre invece in alto sulla parte grigia è molto abrasiva. Nonostante la relativa brevità della via è necesdario tenere in considerazione la lunghezza di avvicinamento e discesa 

gruppo CivettadifficoltàVI+, A0, A1 o VIII-dislivello480 mt quota max2.715esposizioneNord-Ovesttempo5-6 oreappoggioRif. ColdaipartenzaCasera Vescovàdata22/07/17

Avvicinamento

Punto di partenza è il Rifugio Coldai, che si raggiunge passando per la Malga Pioda. Di seguito diverse possibilità:

1 – dal versante agordino: dai Piani di Pezzé sopra Alleghe (parcheggio a pagamento, 4 euro al giorno). Il sentiero dai Piani di Pezzè risale le piste da sci e raggiunge Malga Pioda senza perdere quota. Molto comoda sarebbe la cabinovia che porta al Col dei Baldi, già in quota, ma dato l’orario di apertura può tornare utile solo in caso di pernotto al Rifugio Coldai. Tempo – 1h30′-1h45′

2 – dal versante zoldano: da Palafavera, per strada sterrata. Stesso dislivello rispetto al versante agordino, ma leggermente più corta. Tempo – 1h30′

3 – da Passo Staulanza: da Casera Vescovà (strada sterrata dal primo tornante in versante zoldano). Dislivello e tempo ridotto al minimo, con lo svantaggio di dover affrontare una breve risalita al ritorno. Tempo – 1h15′

Noi abbiamo scelto l’ultima opzione, che descriviamo di seguito.
Subito di fianco all’edificio della casera si trova il cartello con indicazioni per il Rifugio Coldai. Si segue il sentiero CAI in obliquo a destra per prati, inizialmente ripidi e poi piuttosto pianeggianti, raggiungendo le piste da sci di Col dei Baldi. Si svolta a sx per sterrata e si scende alla Malga Pioda perdendo circa 50m di dislivello. Da questa, per carrareccia e poi per sentiero a tratti ripido, si raggiunge il conosciuto Rifugio. Fino a qui 1h15′

Dietro alla costruzione si prosegue seguendo le indicazioni per il laghetto ed il Rifugio Tissi. Si valica una forcella, poi si può optare per una variante del sentiero che passa a sx del famoso Laghetto, per risalire ad un altra forcelletta. Con breve discesa e risalita si è ad una nuova forcella in vista e prossimi alla Torre. Discesi alcuni metri, si prende a sx una traccia poco marcata tra le ghiaie che punta al canale che scende tra Valgrande e Torre d’Alleghe. Non proseguire per il canale di dx, spesso innevato e che porta fuori strada, ma passare sotto un masso/arco di roccia (I-II grado) e su per un canale secondario ed aperto a sx. Dopo dei risalti di rocce friabili, si prosegue per canale più marcato. Si intuisce a dx una cengia, al cui attacco si trova una clessidra con fettuccia utile in caso di terreno malagevole (noi abbiamo trovato fango e neve). Si traversa per cengia di fianco alle rocce per 50m (un po’esposto), fino ad uscire su pendio aperto. Risalire le roccette facili (II) in direzione dell’evidente diedro giallo che caratterizza la via ed attaccare da una delle cenge presenti. Oltre una prima placchetta si troverebbe anche 1ch per sostare.

Tempo – 1h30′ dal Rifugio Coldai, in totale 2h45′, 3h

Descrizione dei tiri

L1 – Salire per risalti a placche e seguire delle fessurine che portano alla base dell’evidente diedro giallo. 35m, IV+

L2 – Seguendo un primo diedro, raggiungere una grotta. Nel finale è conveniente uscire dal diedro a sx. Utilizzare friend nel tratto iniziale, poi chiodi. 25m, V e V+

L3 – Uscire dalla grotta spostandosi un poco verso dx. Normalmente questo tratto viene percorso in artificiale con 1 o 2 staffe. Prima 2ch, poi 1 dado incastrato, poi altri 2ch. Proseguire in arrampicata libera per delle fessure impegnative. Un passaggio sulla sx con vari chiodi (VII+) si può superare in A0. Proseguire per fessura fino ad una sosta abbastanza comoda, su chiodi con cordini. 30m, VI e A1 (VIII-)

L4 – Si prosegue per diedro giallo, nel quale si incontra un tratto piuttosto delicato a causa di una lama che suona a vuoto. Rispetto a quanto riportato da altre relazioni, lo spit è stato rimosso (visibile il foro…) e serve quindi proteggere con friend. Nel finale si esce su gradino scomodo, dove si sosta su chiodi collegati. 20m, VI+

L5 – Ancora per diedro giallo, con alcuni movimenti un po’ostici. Dopo uno strapiombino si sosta scomodamente appesi su 3ch. 20m, VI+

L6 – Seguire una fessura e vincere uno strapiombo nero (cuneo di legno con cordino sul passaggio, sostituibile con friend). Proseguire per delle fessure superficiali un po’ a dx, dove si rinvengono cordoni e chiodi. La sosta si trova sotto una parete nera su comodissimo ripiano, su chiodi collegati. 30m, VI, VII- (oppure A0) e V+

L7 – Superato uno strapiombo nero con lame (V) si prosegue più agevolmente per diedri e fessure di ottima roccia. Si raggiunge un tetto, alla cui sx si trova una comoda sosta su terrazzo giallo, su 2ch. 45m, V e IV

L8 – A dx si prende una fessura che inizialmente oppone un passo di forza, poi prosegue più facile fino ad un comodo ripiano dove si sosta su 2ch. 30m, V+ e IV

L9 – Ora si scala una parete incisa da fessure superficiali, obliquando a sx e salendo poi per un breve diedrino nero al centro (vari ch). Per facili rocce si raggiunge la base del camino terminale. Sosta su 2ch (da integrare). 35m, V e V+

L10 – Salire integralmente il camino, non uscire a sx in anticipo. Si esce sulla cresta e si attrezza una sosta. 45m, IV

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Discesa

Punto di riferimento per iniziare la discesa è la prospiciente Torre d’Alleghe, divisa dalla nostra Torre da una crestina con guglie. Si scende il pendio sottostante la cengia con alcuni passaggi di arrampicata, anche per un caminetto di 6-7m, sul II grado. Attenzione a non farsi sviare dagli ometti che continuano a scendere a dx, infatti la direzione da tenere è la sx, verso la cresta divisoria. Con alcuni zig-zag tra ghiaie e roccette su traccia evidente si raggiunge una cornice dove si rinviene un ancoraggio per doppia su 2ch. Con una calata corta (20m circa) si scende in un profondo canale. Alcuni metri più sotto c’è un salto: si può sfruttare una calata in loco oppure si arrampica in esposizione per una lama (III). Con una calata lunga si eviterebbe questo passaggio.
Ora si scende agevolmente nel canale per un tratto. Un nuovo salto si può disarrampicare (II e 1p.III) oppure fare una breve doppia da 2ch. Subito dopo si trova una calata da clessidra che con 20-25m deposita sotto ad uno scolo viscido. Ora per gradoni e roccette, quindi per ghiaie si scende rapidamente al sentiero Tivan, che seguito a sx riporta al Rifugio Coldai.

Tempo – 1h30′ fino al Rifugio Coldai
Da qui per tornare alla Casera Vescovà impieghiamo un’altra ora di cammino. In totale 2h30′


Materiale

Utilizzati friends dal grigio piccolo al giallo. Utile anche qualche dado medio. Molto comodo avere 1 staffa a testa per il superamento del tetto. Chiodi e martello non sarebbero necessari, ma per emergenza consiglio di portarne qualcuno