Dopo il Rifugio Vajolet, le omonime Torri sono le più popolari nel gruppo del Catinaccio. Chiunque sia passato nella conca del Vajolet o meglio al Rifugio Re Alberto si sarà soffermato ad osservarle, sognando un giorno di poterle salire e magari accontentandosi di raggiungere la cima anche di una sola di quelle punte così ardite. Era il sogno di mio nonno Giancarlo. Sarebbe stata necessaria una guida, ma ne sarebbe valsa la pena, sarebbe stata una grande soddisfazione che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita. Quel sogno purtroppo non si è mai avverato. Quando iniziai ad arrampicare mio nonno mi raccontò spesso questa storia e da allora mi dissi che prima o poi sarei andato ad arrampicare sulle Torri del Vajolet. Mi confidò anche che a lui sarebbe piaciuto salire “ea Stabeler, quea in meso” così mi procurai la relazione e finì nel mio raccoglitore delle idee.
Non abbiamo scelto la Stabeler, ma la via Steger alla Torre Winkler, una delle classiche più difficili delle torri.
gruppo CatinacciodifficoltàVIsviluppo130 mt quota max2.800esposizioneSudtempo2h e 30'appoggiorif. Re Alberto e Vajoletpartenzarif. Vajoletdata18/06/17
Via molto diretta e dalla logica impeccabile che segue una fessura gialla a goccia d’acqua per 4 tiri di corda. L’arrampicata è molto bella, su roccia ottima e ripulita. La chiodatura è presente, anche se segnalo che la partenza del tiro 4 (il naso) è sprotetta (serve un friend camalot rosso o giallo).
Nonostante la brevità rimane una via da non sottovalutare, per le difficoltà continue e sostenute. C’è la possibilità di calarsi fino alla sosta prima del “naso”.
Qualcuno potrebbe considerarla una via per giornate di tempo incerto. Attenzione che le torri sono un ottimo parafulmine, aggiungerei io.
Primi salitori: H. Steger, R. Wiesinger, F. Masè Dari, A. Paeselli, 1929
Dal Rifugio Re Alberto prendere l’evidente traccia tra le ghiaie che sale verso le torri. Gli ometti guidano fino alla base della Torre Stabeler (attacco via Fehrmann). Traversare a dx per cengetta, fino al canale che divide le torri Stabeler e Winkler, quindi risalirlo stando sulla sx (ometti). Sopra l’ultimo caminetto (3m, II+), all’inizio del grande camino tra le torri, si trova una sosta con catena e da qui attacchiamo.
Tempo – 30 minuti dal Rifugio Re Alberto
L1 – In comune con altre vie alle torri. Seguire sulla dx il diedro articolato formato da un pilastro (1ch, poi 1cless) raggiungendo una cengia con sosta cementata. Fermarsi qui, oppure proseguire a dx 5-10m portandosi alla base dell’evidente serie di fessure gialle della via Steger. Sosta su clessidre. 30m, III
L2 – Salire per fessura giallastra, su ottima roccia. Si trovano alcuni chiodi e si può integrare bene. Sosta su 2ch + 1cless con cordoni alla base di uno strapiombo giallo. 30m, V e V+
L3 – Superare lo strapiombo (VI, 1 dado incastrato). Proseguire pochi metri, per portarsi poi a dx della fessura (1ch prima, 2ch con cordino poi). Dritti in parete (altro ch) raggiungendo una fessurina gialla. Salire dritti fino ad un chiodo, da dove è logico traversare a sx ed aggirare un tetto. Dal terrazzino (1ch) scalare un diedro e sostare comodamente su cengia sotto strapiombi. Sosta su 4ch con cordoni. 30m, VI e V+
L4 – Tiro chiave. Superare il naso strapiombante a sx della sosta (VI, nessuna protezione sul posto, ma ottimi i friends giallo e rosso). Continuare più agevolmente, ma con grado sostenuto, per tutta la bella fessura, a volte con incastro di mano->spalla. Chiodi e cunei sul posto, eventualmente integrabili con friends vari. Si sosta su 3ch presso un terrazzino prima dell’ultimo tratto di fessura. 30m, 1p.VI, VI-, V+
L5 – Continuare ancora per la fessura e vincere l’ultimo strapiombo (V+, cuneo+1ch). Ora le rocce divengono adagiate e si può salire alla vetta con difficoltà modeste (III). Spit sulla minuscola cuspide. 30m, V+ e III
Materiale – NDA + friends dal blu piccolo al blu grande, dadi piccoli
Non abbiamo trovato la discesa corretta. Scendere 2-3m dal lato di salita e a sx (faccia a monte) si trova una sosta cementata con catena. Da questa ci siamo calati 30m ad un altra calata su 3ch con cordoni e maillon. Con altri 30m si giunge ad una cengia senza calate dirette. Probabilmente conviene scendere fino al canale sottostante. Invece noi ci portiamo verso lo spigolo dove troviamo una calata cementata che ci deposita con meno di 30m nel canale. Calandosi pochi metri, al di là di una strozzatura, si trova l’altra calata cementata (scomoda). Calarsi ad un ripiano ghiaioso e continuare ad una mensola rocciosa dietro la quale si trova un altra calata cementata. Da questa, con 50-55m ci caliamo fino a sotto l’attacco. Seguendo l’avvicinamento a ritroso torniamo al Rifugio Re Alberto.
Tempo – 1 ora al rifugio Re Alberto