Il diedro Maritini rappresenta la grande classica della Cima alle Coste, una via che supera lo Scudo e la verticale parete superiore sfruttando un’estetica teoria di fessure. Durante la prima salita, Martini e compagni ignoravano di esser stati anticipati da alcuni “illustri sconosciuti” (Heinz Steinkotter, Reinhold Messner, Heini Holzer, 1966) lungo il diedro iniziale, cordata quest’ultima, che poi seguì una via più semplice, ma anche più friabile, sulla destra. La via è quindi l’unione di due itinerari diversi.
L’importanza storica, la maestosità della parete che ci si trova ad affrontare, nonché l’ambiente “selvaggiamente dolomitico” in cui si arrampica, rendono questo itinerario particolarmente suggestivo e affascinante. Lo stesso non si può dire della qualità della roccia, nel complesso deludente, a volte friabile ed a volte consumata, caratteristiche che rendono anche l’arrampicata non sempre piacevole.
Primi salitori: Sergio Martini, Mario Tranquillini e Maurizio Perottoni 1972
gruppo Prealpi TrentinedifficoltàVIdislivello500 mtsviluppo600 mt quota max625esposizioneEsttempo7 orepartenzaDro, località Lagodata23/04/17
La prima parte della salita si svolge lungo il diedro appoggiato della via Steinkotter, dove si trovano diversi spit che facilitano la progressione. Divertenti i primi tre tiri su roccia slavata, poi tratti mobili e spesso sporchi. Arrivati in cengia, ci si districa tra erba, terriccio e roccia, fino alla base delle fessure superiori. Qui l’arrampicata diventa decisamente più impegnativa. Vi si trovano alcuni chiodi, non sempre affidabili, ma è indispensabile proteggere con friend e/o nut. Dopo alcuni tiri estetici e di sicura soddisfazione, il percorso si conclude per un franoso canalino.
Come per le vie dello Scudo. Partiamo dai pressi del Lago Bagattoli (pesca sportiva) e seguiamo la sterrata verso Dro, superando anche un masso con scritta “Antiscudo”. In cima alla prima modesta salita, si scarta a dx per tracce evidenti con ometti e si raggiungono le placconate sotto lo Scudo. Traversando a dx in salita, si raggiunge il diedro iniziale. Con un paio di passaggi di arrampicata ci si porta in una posizione comoda per attaccare (spit). 40 minuti.
Alternativa: si può anche partire dal campo sportivo di Dro, avvantaggiandosi per la discesa, ma non per l’avvicinamento.
L1 – Su per placca adagiata fino ad una comoda sosta a spit. 30m, III
L2 – Seguire il diedro appoggiato con alcuni passi più difficili (bastano gli spit in loco) fino ad una sosta appesi. 30m, V+
L3 – Proseguire per placche adagiate e slavate (alcuni spit) poco a sx del diedro. Si può sostare su 1 spit con maillon o proseguire fino a portarsi in linea con un canalino ghiaioso che sale verso dx. Sosta su 2 spit con catena. 55m, IV
L4 – Si potrebbe evitare il difficile seguendo il canalino. Invece seguiamo gli spit in placca, che obliquando a dx e sostiamo subito su 1 spit. 15m, V
L5 – Per canale/colatoio sporco ma non difficile. In uscita stiamo a dx su rocce rotte, portandoci di nuovo nel diedro. Dopo un primo salto con arbusti, sostiamo ad un secondo diedrino con piante. 30m, IV
L6 – Oltre il breve diedro ci si porta poco a sx seguendo un altro canale aperto con roccia non buona e sporca di terra. Si esce sulla terrazza mediana e si sosta su chiodi. 30m, IV
L7 – Salire fin sotto ad una fascia rocciosa (sosta a spit) e traversare a sx, anche abbassandosi, fino ad una sosta con 2 spit su placca appoggiata. 50-60m, facile
L8 – Salire ad un salto di rocce ed evitarlo obliquando per loppe erbose a sx, sostando poi su albero con cordone. 40m, Facile
L9 – Ancora in obliquo per loppe, quindi presso una piastrina artigianale, salire dritti in placca ed uscire poi a dx presso una nuova pianta con cordoni. 30-40m? Passo di IV
L10 – Verso dx nel boschetto, superare quindi un breve diedrino fessurato e raggiungere un nuovo boschetto. Obliquando a dx si raggiunge una cengia alla base della parte superiore della parete. Sosta su pianta. Da qui portarsi a dx presso uno spiazzo terroso sotto le fessure che segnano il proseguo della via. Sosta su albero.
L11 – Dritti sopra l’albero, oppure con un giro più largo sulla dx (solo per il primo di cordata). Da 1ch proseguire dritti, quindi uscire da uno strapiombino sulla dx (cordone, poi 1ch). Obliquare verso dx, oltrepassare una sosta con cordini e proseguire in obliquo. Superato un passaggio delicato dove si è costretti ad afferrare una loppa, si rimonta un cocuzzolo terroso in cima al quale si sosta comodamente (2ch). 55m, V
L12 – A sx della sosta, per fessure con lame ed un alberello. Raggiunta la bella lama gialla, la si deve salire proteggendo a friend (il primo chiodo è molto ballerino ed il successivo con cordone bianco ci è parso fuori via). Sostiamo sotto un primo tettino, su chiodi e varie. 30m, VI
L13 – Superare il tetto con passaggio da proteggere, quindi raggiungere più facilmente un secondo, grande tetto. Da qui traversare a sx in forte esposizione sfruttando liste orizzontali un po’unte. Sosta su 2ch a pressione, anche appesi. 20m, VI
L14 – Entrare a sx in un camino e superarlo con minori difficoltà (ben proteggibile). Oltre l’uscita, più ostica, proseguire ancora per alcuni metri fin dove inizia una lama obliqua a dx. 30m, V e V+
L15 – Seguire la lama, purtroppo troppo staccata per infilare dei friend. La parte finale è più verticale ed oltre un alberello si è costretti a salire su di un pilastrino (un po’unto) molto sonante. Giunti sotto un tetto, inizia una traversata verso sx. Il primo passaggio (con cuneo di legno in loco) risulta non semplice, poi si prosegue tra grossi massi in bilico, ma con difficoltà minore. Sosta su 1 vecchio spit + 1 chiodo a pressione. 40m, V+, VI, IV
L16 – A sx della sosta su rimonta una parete un po’sporca di polvere, obliquando a dx (V+, 3 chiodi), Oltre delle fessure più semplici, si prosegue per spigoletto a volte fratturato, per evitare le foglie secche del canale adiacente. Presente una cless per proteggersi. Si esce dalla parete agguantando degli alberi e risalendo come possibile uno scivolo di foglie secche e terra. 55m, V+, IV+ Ancora alcuni metri e si esce dal canale, quindi ci si può slegare.
Attraversare il bosco con la parete alle spalle. Dopo 20m si rinviene una forestale che va seguita a sinistra, per buon tratto in salita. Dopo uno scollinamento, si stacca a sx un sentiero cai con indicazioni Lastoni-Oltra-Dro, che va seguito per ripide svolte. Molto più in basso ci si collega al più tranquillo sentiero delle Cavre e con questo si raggiungono gli uliveti di Dro. Da qui si può scendere in paese e cercare un passaggio oppure, come abbiamo fatto noi: dal capitello tra gli ulivi girare subito a sx per sterrata (poco dopo indicazioni), quindi seguire lungamente la strada (in salita) ritornando al Lago Bagattoli.
Tempo – In totale circa 1h30’-2h
Va portata una serie di friend (Camalot dal grigio piccolo al blu grande) ed eventualmente qualche dado. Meglio avere con sé martello e qualche chiodo.