8 gennaio 2017, Cima Immink
Sono appena le 12.30, abbiamo fatto molto in fretta, la Normale alla Cima Immink anche con macchie di neve e ghiaccio, è facile ed intuitiva, perciò salendo veloci ci siamo guadagnati il tempo per respirare ad ampi sguardi le vedute sugli spazi circostanti.Non abbiamo sempre il pregio di poterci fermare, anzi, nella maggior parte dei casi ci accontentiamo di riguardare scatti fotografici, incapaci di restituirci il calore del sole, la forza dei venti, i repentini cambi di prospettiva. Così ci ritroviamo qui, con occhi nuovi e attoniti di fronte a questo spettacolo di architetture naturali.
Oltrepassato il passo di Ball l'ambiente è mutato drasticamente, e se a sud abbiamo lasciato un'inverno svestito delle sue candide bellezze, dal lato nord si stende un sottile lenzuolo bianco su cui il vento, alzando turbini di piccoli cristalli, disegna forme a suo piacimento.Abbiamo aggirato decisi la base della cima Pradidali su una ventina di centimetri di neve dura, quanto bastava a renderci utili i ramponi, e dopo alcuni brevi passaggi stretti ci siamo trovati al centro del vallone di Ball, che si allarga a tappeto sino alla forcella che lo chiude.Cinque pinnacoli disposti in ordine di altezza da nord a sud e la linea immaginaria di una traversata, che ci si presenta in tutta la sua logicità. Sono i Campanili di Val di Roda, la cui vista da qui è davvero speciale.
Abbiamo aggirato decisi la base della cima Pradidali su una ventina di centimetri di neve dura, quanto bastava a renderci utili i ramponi, e dopo alcuni brevi passaggi stretti ci siamo trovati al centro del vallone di Ball, che si allarga a tappeto sino alla forcella che lo chiude.