Questa importante cima può essere considerata come la sorella minore della molto più nota Pala di San Martino. Sia ad ovest che ad est si impone con alte e belle pareti percorse da vie di roccia prestigiose. Certamente la più nota e frequentata è la “via Solleder-Fontein” (1930) sullo spigolo sud-ovest, ma contano diverse ripetizioni anche le recenti vie di Heinz Grill, come il “Pilastro Rosso” (2011), sul lato Nord-Ovest.
Sul versante sud invece, il breve salto roccioso (200 mt c.a.) non oppone grossi problemi. Dalla cima il panorama sulle vette circostanti è di prim’ordine e gli scorci durante la salita sempre vari ed interessanti, in modo particolare sui caratteristici Campanili di Val di Roda.
La via normale, se percorsa d’inverno, con una copertura nevosa adeguata, è sicuramente di soddisfazione e riserva un po’ di divertimento e qualche difficoltà in più, rispetto alla “classica” versione estiva.
Primi salitori: Cesare Tomé con Santo Siorpaes e Tommaso Dal Col, il 18 agosto 1877.
gruppo Pale di San MartinodifficoltàII, PDdislivello1700 mt totaliquota max2.855esposizioneOvest e Sudtempo2h e 30' dal rif. Pradidaliappoggiorifugio PradidalicartografiaTabacco 022partenzaCant del Gal, 1185mdata08/01/17
Nonostante la scarsa neve presente, le temperature molto basse con la conseguente presenza di ghiaccio vitreo in diversi tratti hanno reso indispensabile, nel nostro caso,l’utilizzo dei ramponi. Sono risultati utili anche la piccozza ed un minimo di attrezzatura da alpinismo (corda e discensore) per velocizzare la discesa.
Si consiglia comunque di effettuare questa salita quando la neve è ben assestata ed indurita, visto il pericolo di slavine cui l’itinerario è esposto, in particolare nella traversata alla base della Cima Pradidali.
Per percorrere l’itinerario con calma abbiamo sfruttato il comodo ricovero invernale del Rifugio Pradidali, 6 brandine con molte coperte ed un piccolo tavolo, senza stufa. Altro punto di appoggio potrebbe essere il Rifugio Rosetta, oppure sarebbe possibile anche salire in giornata partendo da San Martino di Castrozza e passando per il Col dei Bechi.
Dal parcheggio del Cant del Gal all’inizio della Val Canali, per il consueto e classicissimo approccio, in 2 ore e mezza circa raggiungiamo il Rifugio Pradidali. Si veda a tal proposito il report dell’escursione al Rifugio Pradidali.
Dal rifugio ci incamminiamo in direzione ovest, per il sentiero 715, risalendo le dolci pendenze sotto la Cima Pradidali ed il Campanile omonimo, fin sul Passo di Ball. Scavalchiamo il passo e scendiamo solo poche decine di metri sul versante nord ancora per la traccia del sentiero. Scartiamo dunque a dx, traversando e salendo a piacere il pendio (attenzione in caso di innevamento abbondante) portandoci sotto alle rocce della Cima Pradidali. Si continua a traversare orizzontalmente e appena al limite di una profonda spaccatura rocciosa si individua una zona di rocce più accessibili, dove però la pendenza è comunque interessante. Con passaggi di I grado si aggira quindi il basamento della Cima Pradidali e si esce nel bel vallone superiore appena sopra lo sbocco della spaccatura. Si sale liberamente il vallone, poi si devia incontro allo sperone che più sporge nel vallone dalla parete di Cima Immink (vedi foto). Siamo circa a metà della parete e si attacca appena a dx dello sperone.
Saliamo delle rocce ed infiliamo un canalino sempre a dx dello sperone. Qui alcuni ometti invitano al canale/rocce a sinistra, noi seguiamo quelli a destra.
L1 – Scaliamo neve dura in un canalino sulla destra e sostiamo presto. 15m
L2 – Seguiamo gli ometti per delle rampe oblique a dx e raggiungiamo il bordo di un camino/canale. Scaliamo la parete articolata di bella roccia e sostiamo su spuntone o clessidra. II, 40m
L3 – Ancora per le rocce a sx del canale una decina di metri (cless con cordino), poi vi entriamo e lo percorriamo interamente, in conserva. Presso un salto con clessidra e cordino, passo di II+, per il resto I e II.
L4 – Uscendo dal canale proseguiamo su terreno progressivamente più aperto su neve dura. 30m
L5 – Risaliamo il pendio innevato poco pendente fino alla cresta di vetta. 100m
Tempo – 1 ora e 30′ dall’attacco
Ritorniamo sui nostri passi fino all’uscita del canale. Invece di imboccare quello della via di salita, ne infiliamo uno più stretto a destra (faccia a valle) con ometti. 10m più in basso rinveniamo un ancoraggio per calata.
1CD – 30m fino alla clessidra incontrata nel canale all’andata
2CD – 30m fino ad un altra clessidra con cordini sul bordo del canale
3CD – 25m per evitare di disarrampicare la L2
Obliquiamo in discesa a destra riportandoci all’attacco. 50m circa.
Da qui per la via di salita, rientriamo in Val Pradidali, quindi al rifugio ed infine al parcheggio.
Tempi – 2 ore dalla cima al rifugio Pradidali + 2 ore al parcheggio; in totale 4 ore