Corno Piccolo, parete Est.
La vetta del Corno Piccolo prospetta ad est, sul lato del Rifugio Franchetti, una parete che balza all’occhio per le sue placche compatte, dall’aspetto per l’appunto, monolitico. Su questo versante sono state aperte alcune brevi vie caratterizzate da roccia perfetta, che costituiscono oggi alcune delle più belle salite effettuabili in Gran Sasso. Inoltre il Monolito, a differenza delle Spalle, ha il suo culmine proprio sulla vetta del Corno Piccolo.
La prima via aperta, la “via del Monolito” (Franco Cravino, Lino D’Angelo, Silvio Jovane, 7 ottobre 1965), affronta gli evidenti diedri della parte destra della parete. Anche se questa costituisce forse la via più logica, negli anni, è divenuta più classica la via in parete aperta da Gianpiero Di Federico ed Enrico di Luca nel 1980. Essa collega fessure e paretine con astuti traversi, sempre su roccia compatta di ottima qualità. Lungo i tiri sono predisposti alcuni chiodi e cordini, mentre alle soste si trovano spit, fatto che rende l’arrampicata più sicura e divertente. Sono necessari comunque alcuni friend per le fessure.
Trattandosi di una via breve (5 tiri), nelle giornate di bel tempo sarebbe meglio abbinarla ad un’altra salita, ad esempio sulle Fiamme di Pietra.
gruppo Gran SassodifficoltàV+, p. di VI-sviluppo190 mtquota max2.655tempo1-2 oreappoggiorif. FranchettipartenzaPrati di Tivodata19/08/16
Da Prati di Tivo per salire a “La Madonnina” è possibile prendere la funivia (prima corsa ore 8.30) oppure percorrere il sentiero dell’Arapietra, tramite il quale si raggiunge la stazione a monte della funivia in circa 30 minuti. Per prendere questo sentiero è necessario svoltare a sinistra dal piazzale di Prati di Tivo e seguire la strada prima asfaltata e poi sterrata che sale alla così detta “Selletta”. Si parcheggia al suo termine, dove inizia il sentiero, ben visibile.
Da “La Madonnina” si procede verso il rifugio Franchetti, che si raggiunge in 45 minuti. Poco prima di arrivare al rifugio si piega a destra verso l’evidente zoccolo della parete.
Se si parte dal Franchetti (come abbiamo fatto noi) si scende un primo tornante, poi si lascia il sentiero per attraversare una zona di grossi massi, quindi successivamente si risale un pendio ghiaioso che scende dal canalone alla sx del Monolito.
Zoccolo
Superare un primo salto sulla dx (II+), quindi per roccette ed erba si obliqua a dx fin sotto a dei camini. Si supera un secondo salto ancora a dx, abbastanza esposto (5m di III, ch cementato alla base e sosta in cima). Assecondare una cengia erbosa in leggera discesa e poi in risalita fin quando si esaurisce (50m dal precedente). Obliquare a sx per rocce articolate (II), salire dritti e poi uscire a dx quando aumenta la difficoltà (II). 50m dal precedente. Per canalini facili si va incontro alla grande lama appoggiata la parete che caratterizzerà il primo tiro.
L1 – Brevemente per la placca a dx della fessura (1 tricam incastrato), poi per la fessura (2 cordini su sassi incastrati). Poco prima del facile camino di uscita, utile un friend viola o verde (non è vero che è improteggibile!). Attenzione a non proseguire troppo, dopo 3-4m nel camino uscire a sx su terrazzino. Sosta a spit. 30m, V+
L2 – Passare a dx ad un terrazzino con erba, quindi obliquare per placca grigia fino a rocce gialle (1ch troppo in alto da evitare) dove si vede già il cordino di un tricam incastrato. Traversare lungamente, grossomodo in orizzontale, rinvenendo il famoso “cordino di ferro” e poi 1ch, in linea con la fine del grande tetto. Salire quindi verticalmente (ignorare una sosta con catena a dx) fino al bordo del tetto (1ch) e poi per pochi metri per fessura alla sosta, appesi. 40m, IV+ e V+
L3 – Si sfrutta una rampetta sulla sx (1ch), aggirando con passaggio esposto uno spigolo (1ch con cordino per facilitare il secondo). Traversare ancora a sx ad un cavetto d’acciaio, quindi dritti ad un pilastrino. Infine verso dx ad una comoda cengetta. 30m, V+ con 1p.VI-
L4 – Leggermente verso dx per la placca sopra la sosta, a prendere una fessurina obliqua a sx un po’nascosta. Seguirla (1ch), raggiungendo uno strapiombo (1ch). Superarlo, magari aggirandolo a sx, poi proseguire obliqui fin sopra una lama rotta. Uscire in placca a dx (cless) e raggiungere la sosta a spit. 40m, V, V+
L5 – Seguire facili fessurette sulla sx. Poi portarsi per altre fessure (1ch alla base + 1ch sopra) al camino una decina di metri più a dx. Risalirlo (1ch) ed uscire sulla cresta. Sosta su spuntone. 60m, IV
La effettuiamo per la Ferrata Danesi. Dalla cima seguire i cerchi bianco-rossi lungo la cresta est (altri segni porterebbero a dx a scendere per la via normale). Seguire la ferrata, abbastanza agevole, eccettuato per uno scorbutico passaggio speleo con tanto di staffa di cordino. La ferrata termina sotto alla Fiamme di Pietra, da dove si passa davanti all’attacco della via Valeria, quindi in prossimità della via Gervasutti, ritornando alla Sella dei Due Corni ed infine al Rifugio Franchetti.