Buona alternativa alle note classiche della zona, questa via, aperta dalla nota cordata Solleder-Kummer nel 1926 si sviluppa con logica sulla grigia parete che guarda il frequentato rifugio Re Alberto, proprio di fronte alle Torri del Vajolet. Rispetto agli itinerari adiacenti, come la via Piaz, questo risulta quasi sempre asciutto. Noi lo abbiamo salito dopo un giorno di pioggia e non abbiamo trovato bagnato neppure il camino terminale, nonostante la colata nera che scende da quest’ultimo possa far supporre diversamente.
Decisamente non avevamo fatto i conti con il freddo, che su questa parete (Nord) può farsi pungente, specie se soffia il vento nella conca.
Un interessante e quasi esplorativo modo di vivere “l’altra faccia” del Catinaccio classico, quello della parete est, che abbiamo poi saggiato il giorno successivo a questa ripetizione.
gruppo Catinacciodifficoltàmax V+sviluppo400 mt quota max2.919tempo3-4 oreappoggiorif. Vajolet e Preussdata02/09/16
Data la frequentazione per così dire, normale, la via risulta chiodata a sufficienza e presenta roccia ripulita, diciamo buona e spesso ottima. In due lunghezze di corda occorre un certo intuito per trovare i passaggi più semplici, in virtù del fatto che non si trovano quei cordini che in alcune vie guidano la salita.
Particolarmente belli i tiri chiave della via: la placca verticale ed il traverso (V+).
La via termina sulla Cima Nord, abbastanza lontana da quella Principale, ma volendo si può raggiungere anche quest’ultima percorrendo la cresta della classica via normale.
Dal rifugio Re Alberto si sale per poche decine di metri il ghiaione sotto la parete del Catinaccio, raggiungendo una evidente rampa obliqua a sx, al cui inizio c’è un blocco di roccia.
Tempo -5 minuti dal rifugio Re Alberto; 1 ora dal Rifugio Vajolet
L1 – Si può procedere slegati o in conserva. Seguire la rampa fin dove le difficoltà rimangono omogenee (I grado). Circa 100m
L2 – Proseguire oltre la rampa nella stessa direzione, raggiungendo sulla sx una nicchia con clessidra. Per rocce articolate dritti, poi seguire una rampa verso dx, quindi ritornare a sx sostando poco sotto una sporgenza tondeggiante della parete. 1 clessidra di sosta da rintracciare. 50m, III
L3 – Per placca alla sx della sporgenza, che forma una fessura. Montare sopra la sporgenza al suo termine, dove c’è una sosta attrezzata. 30m, III
L4 – Seguire il vago spigolo arrotondato ed adagiato, sopra la sosta. Conviene oltrepassare una calata e sostare su 2ch qualche metro più sopra. 60m, III
L5 – Percorso non evidente. Salire qualche metro verticalmente, quindi assecondare a dx una fessurina obliqua (1 cless un po’spostata). Proseguire ancora leggermente in obliquo a dx, rinvenendo anche una piccola nicchia con ometto. Da qui tornare a sx 2-3m (1ch) e proseguire in verticale fino ad una comoda cengetta. Sosta su 2ch. 40m, IV+
L6 – Percorrere a sx la cengetta (1ch), oltrepassare uno spigolo fino ad 1ch in placca. Salire quindi in verticale (fettuccia incastrata), poi spostarsi leggermente (1-2m) a sx e cercare la roccia più lavorata (1cless piccola, 1cless grande con fettuccia). Raggiungere una piccola sosta su clessidre gialle con cordoni. 30m, V+
L7 – Traversare a sx ad una coppia di chiodi (facile), quindi raggiungere in obliquo un’altra coppia di chiodi (V+) ed uscire sulla sx a rocce più facili. Dritti qualche metro ad una sosta scomoda su 2ch. 20m, V+
L8 – Seguire una breve fessura a sx della sosta, raggiungendo una calata. Scendere sul versante opposto (a sx) ad una cornice, dalla quale si prende un camino che va seguito alcuni metri fino ad uno slargo con 2ch di sosta. Attenzione: oltrepassata la calata non si devono mettere protezioni, altrimenti le corde non scorrono! 20m, III+
L9 – Si segue il camino. Inizialmente si può anche uscire sulla dx per evitare un tratto più liscio. Sosta all’inizio dell’allargamento del camino, su 2ch. 50m, V e IV
L10 – Seguire ancora il camino, che nella parte terminale può essere percorso di schiena. In alternativa si possono seguire le rocce più delicate, ma più appigliate, di dx. Raggiunta una forcelletta con spuntone si può proseguire per placchette e rocce facili terminando le difficoltà. Sosta da attrezzare (1cless poco visibile). 50m, IV+ e III
Continuare per rocce facili fino alla cresta, e con questa si raggiunge la vetta vera e propria della Cima Nord.
Tempo – 4 ore – con calma
Continuare a seguire la cresta verso sud (ometti), rimanendo al limite appena a sx del filo. Ci si innesta sulla via normale (e sulla discesa) della Cima Principale presso la forcella dove iniziano le doppie. Qui c’è un grosso ometto e la prima calata avviene da anello cementato.
CD1 – 30m fino ad 2ch con cordini all’interno di un camino
CD2 – 30m fino allo sbocco del camino in una zona più facile
CD3 – 40-50m (2 corde) raggiungendo le ghiaie alla base della parete
Per evidente sentiero si raggiunge il Rifugio Santner e quindi si ritorna al Rifugio Re Alberto
Classica dotazione di friends e 2-3 chiodi per ogni evenienza