La via Migotti rappresenta di fatto la salita più facile alla nota cima Tosa, abbastanza frequentata, assolutamente remunerativa e panoramicamente caratteristica. Il giro ad anello che abbiamo percorso scendendo dalla classica via Normale alla cima è altresì interessante e rappresenta una più che valida alternativa. La via è stata salita da A. Migotti il 9 agosto 1886 da solo.
Percorso in breve: rif. Agostini – Vedretta – Bocca d’Ambiez – via Migotti – cima – via normale est – rif. Pedrotti
gruppo BrentadifficoltàPD+, II+ sviluppo300 mtquota max3.173tempo2h alla Bocca d'Ambiez + 2h 30' per la cimaappoggiorif. Agostini, XII Apostoli, Pedrottidata11/09/06
1 – Dal rifugio Agostini seguiamo i segnavia che portano al sentiero Brentari. Quando la traccia piega a destra noi risaliamo il ghiacciaio in direzione della Bocca d’Ambiez. Nell’ultimo tratto abbiamo ritenuto necessari i ramponi, la picozza non è indispensabile
2 – Un tratto attrezzato con cavo ci permette di salire agevolmente le rocce a sinistra del canalone e sbucare sulla bella Bocca d’Ambiez, fra Cima Tosa e Cima d’Ambiez. Dall’altro versante sale il sentiero “dell’Ideale”
3 – Proseguiamo per il cavo ancora per 10m fino ad incontrare la scritta “via Migotti alla Tosa“. Più in alto anche un segno rosso sbiadito. Ora si deve rimontare lo spallone. Le difficoltà sono simili su molte varianti, gli ometti in giro sono anche troppi. Se si sale dritti senza spostarsi a sinistra si troveranno ancora bolli rossi
4 – Noi invece ci siamo tenuti troppo a sinistra e arrivati ad un canale dobbiamo traversare in cengia fino a trovare qualche bollo e segno rosso molto sbiadito. Le difficoltà sono tra I e poco II
5 – Sopra lo spallone ritroviamo il sole, da qui possiamo vedere il canale della via Migotti che ci porterà in cima. Seguono sempre segni rossi non sempre evidenti e qualche ometto. Alcuni appigli sembrano addirittura levigati dall’uso
6 – Lungo il canale qualche passo impegna poco più del I, man mano che si sale la roccia diventa sempre più sbriciolata
7 – Usciamo su una vetta stupenda, la giornata pure ci assiste. Qui il panorama è infinito. In fondo alla lingua di neve scorgiamo anche la madonnina dove finisce la via normale
8 – Verso est ecco anche il classico gruppo delle Dolomiti. Riconosciamo bene la sagoma della Civetta, del Pelmo, dell’Antelao… Se guardiamo a sud intravediamo sotto la foschia il Lago di Garda
9 – Sul pianoro sommitale è conveniente spostarsi sui vari versanti, per un panorama più completo. Qui verso XII Apostoli
10 – Per la discesa ci portiamo dall’altro lato della lingua di neve (non servivano nè ramponi nè picozza) e cominciamo a scendere seguendo i numerosi ometti. Tanti sfasciumi, qualche roccetta, facile orientamento
11 – Il selettivo canale della via normale manco lo vediamo. Un tetro canale con cordone nero da doppia è evitabile seguendo gli ometti. Il canale iniziale si evita con una doppia sui 25m utilizzando un ottimo ancoraggio (pure chiodo resinato) con cordini, giù per una paretina