Abbiamo salito questa via perché allettati dalle buone parole di Marco Furlani in una recente guida, ma anche e soprattutto per la bellissima forma di questa cima. Ahimé non abbiamo scoperto la più bella via del Brenta, trattandosi di un’arrampicata non sempre su roccia buona e che richiede costante attenzione. Alcuni tratti però sono su roccia sana e sono anche un poco originali, così che non posso neanche dire che la via sia bruttissima. Attenzione alla chiodatura: sono stati posizionati diversi chiodi recenti, ma le soste continuano ad essere un poco precarie, così come lungo i tiri è necessario proteggersi. Discesa breve ma non semplicissima.
Primi salitori: A. Dalsass con Marino Stenico, A. Corn e L. Pedrolli, 25 giugno 1943
gruppo Dolomiti di BrentadifficoltàV+sviluppo240 mt quota max2.950tempo4-5 oreappoggiorif. Agostinidata14/08/15
L1 – Per dei blocchi di roccia stranamente blu, in mezzo alla sabbia verticale, ad una cengia poco marcata. Quindi si traversa a dx ad una spalla sullo spigolo. Sosta su 2ch. Tiro che potrebbe cambiare difficoltà con le ripetizioni. Se trovate di meglio per attaccare, fate pure. 30m, III+
L2 – Girare uno spigoletto strapiombante a dx, poi procedere per rampe facili verso sx. Dopo un tratto più verticale, si abbandona la rampa per raggiungere un pilastrino staccato sulla dx (2-3m). Sosta su 2ch. 45m, IV+, III e IV
L3 – Su per delle fessurine, poi a sx quando si fanno difficili e si raggiunge un tetto (1ch). Si traversa sotto a dx e si continua per il diedro successivo. Sosta su cengetta, su 2ch. Roccia bella. 30m, V e V+
L4 – Seguire dei caminetti a dx per 10m, poi prendere una cornice rossa esposta (1ch) fino ad un piccolo terrazzino. Sosta su 2ch. 25m, IV
L5 – Seguire delle lame in obliquo a dx (1ch). Tornare quindi a sx in obliquo per placche raggiungendo una zona di spuntoni in linea con lo spigolo. Sosta su 2ch. 30m, IV+ e V
L6 – Passo chiave. Bisogna montare sullo spigolo e raggiungere una cornice. Per farlo noi passiamo 1m più in basso della sosta e scalando proprio sullo spigolo grigio. Dalla cornice (1ch) si supera uno strapiombo e si raggiunge una cengetta (poss.sosta, consigliabile). Verso sx si supera un altro strapiombo (1ch), poi cercando le zone migliori si tende allo spigolo, dove c’è una sosta chiodata. 40m, V+ e IV+
L7 – In obliquo verso dx, facendo attenzione alla roccia, fino alla cuspide ricoperta di detriti e spuntoncini precari. Sosta su 2ch. 30m, IV
Tempo – 4-5 ore
Dal Rifugio Agostini si sale alla Vedretta d’Ambiez, la si traversa e si sale per i primi infissi del Sentiero Brentari. Si sale una scala inclinata, poi un tratto attrezzato e prima della successiva scala verticale si traversa brevemente al canale (spesso con neve) alla base della Punta. Attacchiamo abbastanza in alto, per poter percorrere poi una cengia poco più sopra. In basso la roccia è marcia e difficile, qui in alto almeno è più abbordabile. Ma marcia comunque.
Tempo – meno di 1h.
Dalla cima si segue un canalino e poi una crestina in versante est (30m, II, legati). Noi non prendiamo una calata a chiodi (cordini marci), ma usiamo una calata da sasso incastrato, da un piccolo intaglio sulla cresta. Con una lunga calata (50-60m) atterriamo all’intaglio tra la nostra cima e l’Ago (gugli più bassa verso il Brentari). Due possibilità: 1.per la normale si segue il canale in versante est, si risale pochi metri ad una crestina e sul lato opposto si scende seguendo gli ometti (vista una vecchia calata), oppure 2. seguire il canale in versante ovest per terreno cedevole e delicato, quindi eseguire una calata da 60m da sasso incastrato che deposita direttamente all’attacco.
Una scelta di dadi e friends, i chiodi potrebbero servire