Bella via, solare, su roccia molto buona e con alcuni tiri caratteristici.
La Pala del Belia è salita spesso, ma quasi sempre per la Penasa o per lo spigolo Sorarù: due vie giustamente classiche sulla parete sud. Sulla parete est, oltre un’impressionante fascia di strapiombi gialli, sale questa via. Si inizia per un’evidente fessura-camino, oltre una placca nera si compie un lungo traverso e dopo esser risaliti su di un pilastro si esce dalla parete per un cunicolo strategico. Superato il primo tiro di corda si può stare già più sereni, visto che sicuramente è il più impegnativo.
Primi salitori: G. Costantini, A. Sonego, F. Dal Magro, 24 luglio 1966
gruppo MoiazzadifficoltàV, VIsviluppo395 mt quota max2.265tempo5 oreappoggiorif. Carestiato, passo Durandata16/10/11
Come detto la roccia è molto buona, mai friabile. Nel primo tiro è super (attenzione però: se trovate la fessura bagnata potrebbero essere dolori). La chiodatura è completa nel primo tiro, poi più rada ma sempre presente alle soste. Avvicinamento e discesa sono relativamente comodi e veloci.
Salita disponibile nel libro “IV grado e più – Dolomiti Orientali” Vol.2. Oppure utilizzate la guida di S.Santomaso, vedi bibliografia.
Dal Passo Duran seguiamo il solito sentiero del Carestiato fino al grande ghiaione che scende dal canale tra Pala del Belia e Pala del Bò. Saliamo per questo seguendo una traccia che poi perdiamo. Usciamo dal ghiaione proprio all’attacco della via, presso una fessura-camino nera e strapiombante. Cordino all’attacco. Tempo – meno di 1h
Si scendono i prati vicini ad un canale seguendo tracce, ometti e qualche bollo rosso. Dopo delle roccette ed una cengia si attraversa un canalone ghiaioso e si risale fino in cima alla Pala del Bò. Si scende ancora per prati, liberamente, poi per tracce su ghiaie. Raggiunto il sentiero segnato si può andare a dx fino all’attacco o fino al canale seguito in avvicinamento.
Invece noi scegliamo una discesa alternativa. Andiamo a sx puntando ad una traccia che si vede scendere più direttamente (comunque a dx di quel torrione con mughi detto “Sasso della Galleria”). Seguiamo la traccia sempre abbastanza evidente, prima per ghiaie, poi per bassi arbusti ed infine nel bosco. Ci raccordiamo alla strada sterrata classica e la seguiamo fino alle 2 malghe che si trovano sul sentiero. Abbandoniamo il sentiero e scendiamo per i prati verso sx fino ad un sasso con madonnina o crocefisso. Da qui scende un sentierino nel bosco che porta ugualmente, ma tortuosamente, al Rifugio Tomé al Passo Duran. Tempo – circa 1h30′ in totale
Materiale – NDA