Cima Rosina, via Agnolin-Carratù

Sono dell’idea che una salita si possa classificare come “invernale” solo se le condizioni ambientali sono realmente tali. Arrivare in macchina a Pian Meluzzo, trovare il sentiero per metà senza neve e sempre ben battuto, trovare la parete in condizioni estive e con temperature decisamente miti certo non sono le caratteristiche di cui parlo. Ciò nonostante c’è una certa soddisfazione ad arrampicare in maglietta il 28 dicembre, con la neve ed il silenzio tutt’attorno!

Via aperta da D.Agnolin e C.Carratù il 10/06/1972.

gruppo OltrepiavedifficoltàV, V+sviluppo250 mtquota max2.250tempo4h accorciabiliappoggiorif. Pordenone, biv. Peruginidata28/12/11

Per quel che riguarda la via: a mio parere non è delle migliori. L’arrampicata si svolge sempre in parete aperta proponendo diversi passaggi impegnativi, resi ancor più ostici dalla roccia che a volte non è sanissima (nel totale roccia buona con tratti discreti). Oltre a qualche chiodo recente se ne trovano anche di originali, non eccellenti. Non è stato facile neanche trovare la linea corretta, in un tratto siamo stati troppo a destra finendo su di una via adiacente e siamo stati costretti a fare un traverso espostissimo e friabile (cercate di non fare lo stesso errore!)
La vicina via degli Scoiattoli, sebbene sia leggermente più friabile, credo sia più consigliabile perlomeno per la varietà dell’arrampicata.

Avvicinamento

Dal biv.Perugini si segue il sentiero per forcella Segnata (W) e brevemente si raggiunge l’attacco, che è posto all’inizio di una evidente rampa verso sx che punta ad un pilastrino (è lo stesso attacco della via degli Scoiattoli). 15minuti – NB la via originale risale il camino di III a sx del pilastro, sul versante ovest, partendo da un canalone. Noi partiamo a dx per evitare la neve ed il freddo.


Descrizione dei tiri

L1 – Si risale la rampa di roccia ed erba fino alla base della fessura che divide un evidente pilastrino dalla parete, su comoda cengia. Sasso incastrato nella fessura. 50m, I-II, 1passo III

L2 – Si sale la fessura del pilastro (5m, IV) raggiungendone la sommità. Qui c’è una sosta con 2 chiodi. Proseguiamo dritti su roccia grigia raggiungendo un vecchio chiodo. Superare uno strapiombino difficile e con roccia non buona. Più facilmente si raggiunge un secondo passaggio difficile protetto da 2ch. Pochi metri sopra si raggiunge un tetto (1ch) e si esce a dx su di una lastra-terrazzino. Sosta su 1ch (+1ch, tolto). 30m, V+

L3 – Vincere una fessurina nera sopra la sosta (3m, V) e raggiungere leggermente a dx 1ch. Da qui 3 possibilità:

Corretta: salire verso sx sotto un tetto (1ch) e traversare a sx ad aggirarlo. Proseguire in traverso per girare uno spigolo e raggiungere un breve camino.

Mia: aggirato il tetto mi ero convinto che non fosse di là. Quindi ho traversato sopra al tetto verso dx raggiungendo 2ch vicini. Ho superato un difficile passaggio (VI-), poi poco a sx ho risalito un vago e breve incavo fino ad una cengetta gialla. Sosta a dx su 2ch.

Più diretta: non andare a sx verso il tetto ma obliquare a dx puntando ai 2ch citati qui sopra (difficile, VI) e proseguire come detto.

Ad ogni modo 30m

L4 – Solo se fate il nostro errore. Per tornare in via eseguiamo un traverso a sx seguendo una cornice gialla e friabile, oltretutto in forte esposizione. Girato uno spigolo giallo ci troviamo su di buone rocce sopra al breve camino della via originale. Proseguiamo un altro po’ (10m) per roccia grigia e sostiamo su gradino (2ch+1dado, tolti). 30m, IV

L5 – Saliamo al centro la grigia parete soprastante, mirando ad una lama sporgente. Anche se la parete offre grandi appigli bisogna fare attenzione perché molte lame sono un po’in bilico. Nel finale si esce in obliquo a dx raggiungendo una cengia. Poco a dx si risale un gradone sostando sotto ad una colata nera (sasso/clessidra+friend). 40m, IV e IV+

L6 – In alto si vede un chiodo. Superare due successivi passaggi su roccia nera, improteggibili, raggiundo il chiodo 5m più sopra (V+). Superare anche lo strano tratto successivo uscendo su comoda cengia. Traversando a sx si gira uno spigolo e si trova un canale-camino. Per la parete a dx vi entriamo e poco dopo troviamo 3clessidre per sostare. 40m, V+ sostenuto e III-IV
Forse sarebbe meglio sostare in cengia, evitando così al tiro successivo di far cadere sassi sul compagno (il mio alluce ne sa qualcosa…)

L7 – Salire il canale fino ad una forcelletta con spuntone (qui passa la discesa) e facilmente si raggiunge per roccette la vetta. 30m, III e I-II

Tempo – 3-4 ore

schizzo pdf

Discesa

Dalla cima scendere verso Cima Toro (W) una ventina di metri (ometto) fino allo spuntone citato nell’ultimo tiro. Da questo si scende a dx faccia a valle fino ad un anfiteatro detritico (30m, II). Si può anche scendere in doppia però fate attenzione perché lo spuntone su muove! Ora meglio proseguire legati, specie se trovate neve.
Si segue una buona cengia in direzione di Forc.Segnata (N), oltrepassare un canale che scende ripido, entrare in una nicchia con clessidra non ottima (30m, sosta).
Proseguire per la cengia, negli ultimi metri anche in discesa, raggiungendo il pendio sotto la forcella (sosta su dadi, 50m).
Si raggiunge Forcella Segnata, per facile prato/neve. Seguire il sentiero sulla forcella e poi scendere a sx (S) seguendo i bolli rossi. Attenzione che non si scende tutto un canalone ma ad un certo punto si devia a sx ad una forcella e da questa si scende raggiungendo il sentiero sotto la parete. Noi troviamo neve ottima sotto Forcella Segnata, poi farinosa dalla seconda forcella fino alla base.


Materiale

Data la conformità della roccia non si riesco ad utilizzare spesso le protezioni veloci. Quindi portatevi chiodi per le soste e per eventuali necessità