Questa bella ed interessante via versa in uno stato di semi-classica, essendo stata pubblicizzata sul famoso libro di Buscaini ormai diversi anni fa e poi tralasciata dalle guide più recenti. Certo incoraggiano l’elogio alla bellezza della parete e all’ottima qualità della roccia, ma già si sottolinea come il camino finale possa pregiudicare la salita, i cordini di calata alla base di questo non fanno altro che confermare quanto sia impegnativo proseguire. Anche se noi non lo abbiamo trovato particolarmente bagnato, non abbiamo avuto il coraggio di salire su per di là: una parete è viscida, la roccia slavata, le profondità e la vicinanza delle pareti risparmierebbero la claustrofobia solo ad uno speleologo.
Primi salitori: D. Agnoli, B. Crepaz, 14 agosto 1972; Varianti: L. Brigo, E. Rosso: 13 agosto 2011
gruppo Cadini di MisurinadifficoltàIV, passi di IV+ e variante di VIsviluppo750 mt quota max2.788tempo7happoggiorif. Fonda Savio, rif. Città di Carpidata13/08/11
Per questo che seguendo una traccia sulla sx (probabilmente però era un segno di calata) siamo saliti per una variante direttamente sul pilastro che forma il camino, trovando difficoltà elevate e continue nei primi 30-40m, calandoci infine brevemente dalla vetta del pilastro fino alla forcelletta con cui termina il camino (2 vecchie calate erano già state attrezzate ma la nostra variante non è certo l’unico modo per arrivare in vetta al pilastro).
Per il resto l’arrampicata si svolge frequentemente su ottima roccia nera con clessidre ed ottimi appigli, discreta solo in qualche passaggio fuori-via in basso e alla fine. I chiodi sono pochi, le soste si attrezzano spesso su spuntoni e lungo i tiri si usano proficuamente le protezioni veloci. Avvicinamento non lungo, discesa “sicura” e veloce per una ferrata stra-attrezzata e stra-bollinata.
Salita disponibile nel libro “IV grado e più – dolomiti Orientali” Vol.2. Oppure utilizzate le guide di Buscaini e CAI-TCI, vedi bibliografia.
Possono tornare utili chiodi di vario tipo. Ottimi dadi e friends piccoli nel tiro chiave della variante
Per prima cosa ci si porta al Rifugio Fonda Savio. Si può partire dal parcheggio tra Misurina e Lago d’Antorno, sulla strada per le Tre Cime, da dove inizia una mulattiera che porta ad uno slargo più in alto. Poi con comodo sentiero si raggiunge prima la conca del rifugio e poi il rifugio stesso, in 1 ora totale dal parcheggio.
Dal Rifugio si seguono le indicazione per Forc.della Torre, Forc.Sabbiosa (le passeremo entrambe) e Rif.Città di Carpi. Il sentiero all’inizio scende, per poi risalire con tornanti alla prima Forcella della Torre: si vede la parete nord della nostra cima e la seguente forcella. Si scende sul versante opposto e più in là si risale faticosamente il ghiaione con tornanti fino alla Forcella Sabbiosa: da qui appare la nostra parete. Quindi si scende per il sentiero fino a pochi metri dalle rocce della parete. Fin qui si può giungere anche dal Rifugio Città di Carpi valicando la Forcella Cadin del Deserto, probabilmente più lunga se si sale in giornata.
La via esce su una punta della cresta poco distante dalla vetta vera e propria.
Seguire alcuni ometti sulla dx (nord) che fanno scendere lievemente sul versante ovest. Senza abbassarsi troppo (ostacola un canalone) scendere per un breve canalino giallo e per una cengetta che interrompe un canalone si raggiungono i numerosissimi bolli blu della normale-ferrata. Da qui si può salire velocemente alla vetta con la croce.
Si seguono i bolli, poi verso sx (sud) si raggiungono gli infissi della Ferrata Merlone che con un cavo pressoché ininterrotto e numerose scalette (infatti è detta “ferrata dei pompieri”) si riaggiunge il catino alla base della nostra cima, davanti alla Cima del Cadin di San Lucano e quella del Cadin Nord-Ovest – Pianoro dei Tocci (“Cadin del Nevaio”). Per il vallone si raggiunge la segnaletica ed il sbrigativo sentiero che riporta al Fonda Savio. Tempo – 1ora dalla cima. In 45 minuti si ritorna alla macchina.