Impagabile salita, in ambiente selvaggio e con tempi e dislivelli eterni. La Torre Armena è quella bella cima che affianca a ovest il fratello maggiore Agner. Invisibile da Frassené, mostra invece una verticale parete argentata se vista dalla Valle di San Lucano, con uno zoccolo articolato che sprofonda tanto quanto il celebrato spigolo dell’Agner. La vetta in realtà non è unica ma articolata in varie punta collegate da una non proprio agevole cresta. Dall’elevazione più estrema il panorama è unico.
Primi salitori: A. Tissi, G. Andrich, F. Zanetti, il 4 giugno 1931
gruppo AgnerdifficoltàIV, tratti di Vdislivello400+300 mt di zoccolosviluppo480 mt tempo5-7 h (solo la via)appoggiobiv. Biasin (in discesa)data01/08/10
La via si svolge si roccia ottima e non troppo compatta, tanto che ci si protegge bene con clessidre e protezioni veloci. Si trovano anche alcuni chiodi nei passaggi più impegnativi. La via ha un dislivello di circa 400m, ma bisogna contare che si fanno altri 2-300m di zoccolo di II grado per arrivare alle prime difficoltà. Effettuando l’avvicinamento dalla Valle di San Lucano (unica possibilità, a meno che non vi caliate dall’alto dal Vallon delle Scandole, da pazzi…) sarà conveniente avere una macchina a Frassené per il ritorno.
Questa salita è sicuramente meritevole, sia per l’ambiente fantastico che per la qualità dell’arrampicata. Raccomando un buon allenamento, la giornata è lunghissima e il dislivello è notevole (1800m + qualcosa dopo la cresta, e 1600m di discesa)
L1 – Saliamo il diedro, proseguiamo per la fessura (1ch). Quando questa va a dx e poi strapiomba usciamo per placca a sx e dopo qualche metro sostiamo (2ch+1friend, tolti). 53m, IV+ e 1p.V
L2 – Prendiamo una specie di rampa obliqua a dx, ci portiamo sulla dx del pilastro citato in avvicinamento. Qui c’è un camino, lo iniziamo. Dopo 10m c’è qualche passaggio difficile (1ch ballerino ma inestrabile). Sostiamo scomodamente su clessidra. 55m, III+ e IV+ Forse conviene sostare più comodamente alla base del camino! A dx si stacca la variante Massarotto
L3 – Ancora brevemente nel camino svasato fino ad una nicchia (possibile sosta su cless). Qui affrontiamo una fessura un po’strapiombante sulla dx che incide uno spigolo. Passaggio duretto un uscita (1 vecchio ch). Proseguiamo più agevolmente sempre a dx del camino. Prendiamo una rampetta verso dx e troviamo 1ch, dove sostiamo (1ch tolto). 30m, V e IV
L4 – Ci alziamo un poco a dx e quindi traversiamo decisamente a dx, sfruttando anche delle fessure quasi orizzontali. In ultima saliamo qualche metro dritti e sostiamo su clessidrona. 2m in alto a dx inizia una cengia. 57m, III+
L5 – Saliamo qualche metro e ci troviamo in una zona di gradoni, con una cengia che va verso dx (non seguirla!). Per via di un errore sostiamo subito sui gradoni, su 1cless. 10m, III
L6 – Obliquiamo sui gradoni verso un canale (II), lo attraversiamo e scaliamo per una fessurina sulla parete opposta. Qualche passaggio non banale ed usciamo su una cengetta ghiaiosa sotto pareti gialle. Sosta su ottima clessidra. 60m, II, III e passi di IV
L7 – A dx c’è un camino formato da un basso pilastro giallo. Lo raggiungiamo (II) e poi lo saliamo. All’inizio è atletico (V+, 2ch), poi diventa più facile (IV). Usciamo su una cengia e sostiamo. 60m, V+ e IV
L8 – Traversiamo a dx 20m fino alla base di un diedro giallo. Qui ci sono 3 possibilità: o si sale un camino lungo e grigio a sx del diedro giallo (pare duro), o si sale per il diedro (molto bello), oppure si gira lo spigolo e si sale per un canale facile
L9 – Saliamo il diedro, su roccia compatta e fessurine da tirare in dulfer (bello). Usciamo su uno spigolo arrotondato e lo saliamo con divertimento con manette e clessidre fin quando finisce la corda. 55m, V e III
L10 – Finiamo per rocce facili fino ad una forcelletta. 20m, II
Ci sleghiamo. Traversiamo a sx (N) ad una cresta e la saliamo fino alla cima più estrema della Torre Armena. Davanti a noi troviamo gli abissi insondabili della parete ovest dell’Agner, dove han messo mano in pochi. Intanto i percorritori dello Spigolo Nord concludono la loro scalata, da qui possiamo vedere tutta la loro salita.
Tempo – 5 ore
Noi abbiamo optato per il sentiero dei cacciatori, per il bosco sulla sinistra idrografica del Vallon delle Scandole. E’ altresì possibile sfruttare la vecchia traccia del sentiero Giorgio Costa che si stacca dal sentiero per il bivacco Cozzolino e raggiungere così la forcella di Col Negro. Noi quindi lasciamo la macchina a Col di Prà là dove si stacca la stradina sterrata che si addentra in Val D’Angheraz (indicazioni per ferrata dell’Orsa). La seguiamo per un tratto, poi si dovrebbe sorpassare il Ru delle Scandole e beccare la traccia che sale nel bosco a destra (sx idrografica) di questo. Invece sbagliamo alla grande, di notte, e prima delle Scandole seguiamo un ponte sul torrente e ci inoltriamo prima per traccia e poi per bosco ripido. Infine ci toccherà traversare a dx, scendere nel Valllon delle Scandole e quindi risalire sul versante opposto (verdi ripidi) per poi riuscire a trovare il sentiero. Quest’ultimo è inaspettatamente ben battuto e ci sono gli ometti (si sale veloci). Presso un bosco pianeggiante la traccia si perde e bisogna stare sulla dx. Presto ritroviamo la traccia che attraversa dei muretti a secco e più avanti sbuchiamo fuori dal bosco, sul bordo dx del Vallone sassoso (appare imponente la nostra Torre). Stiamo a volte a dx e a volte a sx del Vallone (I grado) seguendolo incontro alla nostra cima. Dove il Vallone inizia a restringersi ed appare la neve c’è una evidente cengia su erba e mughi, sotto pareti gialle (è la variante trovata da Comici e Brunner).
Questa va seguita a sx con passaggi esposti su traccia da camosci, aiutandosi con i mughi (c’è anche un picchetto da cacciatori, all’inizio). Si esce su un prato con mughi, un piccolo eden. Ora si scende accanto alle pareti, si sorpassa un primo camino impraticabile e si giunge alla base di un secondo camino, con una parete gialla (oltre è impossibile traversare). Saliamo un 15-20m per paretine dentro al camino, fino ad una conchetta (2p.III), quindi ci leghiamo. Salimo circa 8m nel camino, poi traversiamo orizzontalmente a sx per 15m (evidente spuntone), e sostiamo sotto uno strapiombo (totale 25m, III e 2 passi di IV). Ora saliamo la parete appoggiata di sx e dopo aver traversato qualche metro su zolle pericolanti risaliamo per brevi camini aperti fino ad una macchia di mughi (50m, III e IV), dove ci sleghiamo.
Ora saliamo facilmente per praticelli e roccette fino ad un canale con neve. La evitiamo subito arrampicando le roccette di sx, e continuiamo lungamente sullo zoccolo della Torre, su gradoni di ottima roccia di II e al massimo passaggetti di III. Giunti poco sotto alla parete verticale traversiamo a dx sorpassando un pilastro con 2 evidenti camini. Dopo 50m arrampichiamo per un colatoio per 40m (II) e poi torniamo a sx per cengia per altri 50m. Risaliamo qualche roccetta e brevemente a dx troviamo un diedrino netto che continua con delle fessure. In alto, in linea, sporge un pilastro nero e liscio. Attacchiamo.
Tempo – 4 ore se non sbagliate e non perdete tempo. Quota 2200m circa.
Percorriamo la cresta con saliscendi, sorpassando 2 cime più o meno alte uguali (II esposto). Scendiamo all’intaglio con un nuovo pinnacolo. Questo è più difficile e conviene fare un tiretto legati (io sono passato più a dx, con esposizione minore ma la roccia non era il top, III). Da qui (è la vetta raggiunta dagli escursionisti), scendiamo per ghiaie scomode fino alle neve che scende dalla forcella dello Spizzon. Saliamo alla forcella salendo la neve al centro o nei crepaccetti laterali. Dalla forcella conviene salire brevemente al bivacco Biasin (i bolli gialli più sotto portano alla ferrata Stella Alpina sui Lastei). Dal bivacco seguire i bolli rossi, lungamente per roccette di I. Al bivio normale-canalone conviene seguire il Canalone. Questo presenta qualche facile tratto attrezzato e deposita su una lingua di neve alla base dei Lastei. Da qui si va fino al rifugio Scarpa e poi giù a Frassené per il sentiero nel bosco. Circa 4 ore in tutto, o qualcosa di più.
NDA. Non dimenticate qualche chiodo per le soste