Una bella giornata di alpinismo, a partire dall’avvicinamento per il canalone innevato, passando per la via grondante d’acqua e concludendo con una discesa avventurosa. Regali delle mezze stagioni. La via propone alcuni tiri continui e molto belli su ottima roccia. Abbiamo trovato solo 2 chiodi di via ed 1 di sosta, ma si integra spesso senza grosse difficoltà.
Primi salitori: A. Bonato e G. Bongiana il 19 agosto 1949
gruppo MoiazzadifficoltàIV+sviluppo360 mttempo4 oreappoggiorifugio Carestiatodata09/04/11
Salita disponibile nel libro “IV grado e più – Dolomiti Orientali” Vol.2. Oppure utilizzate la guida di S.Santomaso, (vedi bibliografia).
Dadi e friends, senz’altro qualche chiodo è raccomandabile
Da Malga Framont ci dirigiamo verso la forcella del Camp e il rif.Carestiato. Arrivati al bivio fra queste due destinazioni, giriamo a dx in direzione del Rifugio. Dopo 5minuti, dopo un tratto in piano ed una brevissima salita, si trova sulla sx uno stretto canalino ghiaioso invaso dai mughi (se andate troppo avanti troverete un canale largo con grossi massi). Si può trovare o no un ometto che segnale il canale, dipende.
Si entra nel canale e dopo 5 minuti di mughi si sale per il greto fatto di massi e paretine. A metà canale alcuni salti oppongono difficoltà di II+. Si continua agevolmente per il canale e dove a sx si apre con alcuni mughi e detriti si segue una labile traccia a sx (forse però è possibile seguire tutto il canale…). Questa traversa a sx tra i mughi, poi si sale a dx un altro canale collegandosi alla traccia principale nei pressi della rampa della via “CAI Bologna” e dell’evidente diedro con tetto giallo della nostra via.
Per arrivare all’attacco, alla base del diedro si sale un diedrino sulla destra (1 passo III) oppure si passa attraverso le fitte ramaglie sulla sx. Si parte presso un mugo.
Tempo – 1h30′ circa – Il canale era abbondantemente innevato, si sale appena sul bordo e raramento sulla neve
Per arrivare all’attacco c’è un altra possibilità: per la cengia alla base della parete est, seguendola integralmente. Questa si imbocca dopo il tratto pianeggiante che segue la scritta rossa “Torri del Camp” che si incontra seguendo al contrario la via di discesa. Questa possibilità è forse conveniente se si parte dal Rif.Carestiato (circa 1h-1h30′).
Come già descritto nelle altre vie alle torri. Si scende dalle prima torre presso un cavo da rimorchio d’acciaio, quindi si segue la cengia anulare sotto le punte delle altre 2 torri (un tratto espostissimo con cavo). Quindi per canalino si scende a ricongiungersi con la discesa della ferrata Costantini, con la quale si raggiunge il sentiero che scende dal Carestiato e che seguito a dx porta al sentiero seguito in avvicinamento.
Come abbiamo fatto noi con la neve: ci siamo portati fino al tratto esposto attrezzato, quindi ci siamo calati con 2 doppie (40+60m) alla cengia alta (quella da dove, molto più in alto a sud, parte L5), infine traversando su questa (1 tratto assicurati per via del pendio carico) siamo giunti alla base del canalino stretto. La via normale presentava troppa neve a nord della seconda torre, per giunta nei pressi di un tratto esposto.