Stiamo percorrendo la strada costiera che da Omiš ci riporterà a Spalato, il sole è tramontato da poco, un momento della magia: il cielo si fonde con il mare in un grande spettacolo di luci dorate, le sagome delle persone sulla banchina creano un paesaggio da cartolina.Siamo stati molto fortunati in questa settimana tra dicembre e gennaio, le temperature miti e l’assenza di vento ci hanno fatto godere questa terra anche oltre l’arrampicata, regalandoci panorami, natura e cultura per un’esperienza completa e da ripetere.Da un punto di vista storico, la regione della Dalmazia ed in particolare anche Spalato, ha vissuto un continuo avvicendarsi di popolazioni, regni, imperi. Molto importanti sono le testimonianze lasciate dall'impero romano, che per primi battezzarono questa terra dei “Dalmati”. Lunghissima fu anche la presenza della Repubblica di Venezia, poi l’avvicendarsi degli Asburgo, di Napoleone e dell’impero Austroungarico. Fece parte dell’Italia durante il Fascismo ed in epoca più recente entrò a far parte della Jugoslavia sino all'attuale Repubblica. Spalato è una città che racconta con i suoi monumenti di questa storia tormentata, si pensi ad esempio al famoso Palazzo Diocleziano (oggi le mura della parte più storica della città) che deve il suo nome all’imperatore nato nella vicina Salona. A poca distanza, cittadine come Trogir completano l’interesse anche per un turismo "classico".
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Per quanto riguarda l'arrampicata in falesia la guida di Boris Cujic censisce tutte le aree più interessanti, storiche come Marjan ed Omiš, come pure quelle più recenti e di moda quali il Čikola Kanjon. Eccetto quest’ultimo, si tratta per lo più di falesie relativamente piccole, forse non così note a livello internazionale, ma sorprendentemente belle e curate. Minima la presenza italiana, complice probabilmente la distanza in auto, che per il climber italiano consente l'accesso ai siti più noti e frequentati sparsi per la penisola. Sicuramente sono luoghi molto più noti per chi arriva dalle zone più fredde ad est, come Polonia e Repubblica Ceca.La roccia è spesso molto bella e lavorata, tipica anche della regione istriana, in generale placche grigie a gocce e tacche e strapiombi gialli.Abbiamo accuratamente scelto le nostre destinazioni per un viaggio con bambini su pareti particolarmente adatte all'inverno. Alcune falesie nei dintorni di Spalato sarebbero state altrimenti molto appetibili, in particolare consiglierei di valutare Markezina Greda (no inverno), Perun e Klobuk. Positivi i commenti a favore di Brela, sia per l’arrampicata che per l’ambiente (noi non l’abbiamo visitata perché non è consigliata con bambini). Invece tra le palestre di roccia invernali adatte a bambini, da valutare Zadvarje (più a sud di Mimice) e Malačka (sul valico sopra Kaštelet e vicina a Split), che però non abbiamo verificato. Se si viaggia in auto dal nord, è da considerare eventualmente una tappa a Karin, nei dintorni di Zara, falesia invernale in fermento. Per le mezze stagioni è più raccomandabile la zona di Omiš, con ottime pareti all’ombra (almeno parzialmente durante la giornata).Pianificate bene il vostro viaggio e se avrete fortuna con il meteo, non rimarrete delusi da queste splendide terre!
Il parco di Marjan
Il Parco di Marjan si trova a ridosso del centro storico di Spalato e rappresenta il polmone verde della città, molto frequentato da ciclisti, runners o da chi semplicemente vuole fare una semplice passeggiata. Tra lecci, agave e fichi d’india sorge anche una bella fascia rocciosa, palestra naturale storica per i climbers della regione. Rivolta a sud, verso l’isola di Brač, è senza dubbio un ottima falesia invernale, esposta al sole tutto il giorno. Asciuga velocemente ed è abbastanza riparata dai venti di Bora, mentre è esposta allo Jugo, vento da sud-est tipico di queste zone. Durante la nostra visita abbiamo trovato condizioni ideali ed una scalata molto piacevole. In un giorno di tempo incerto abbiamo anche approfittato della passeggiata che porta sulla cima sopra alla falesia, dove è posizionata una torre panoramica ad accesso libero (aperta da settembre 2024). Per il ritorno si può seguire un sentiero tematico (Staza babe Marte) sul lato nord fino all’istituto oceanografico.Nonostante la storicità delle vie, la roccia non è unta (almeno per quanto abbiamo visto). La chiodatura è recente e sicura, il calcare si presenta lavorato come è tipico delle falesie di mare. Su alcuni tiri va fatta attenzione per alcuni sassolini su cenge o scaglie instabili, ma in generale la roccia è ottima.È un buon posto per famiglie, anche se la base è a tratti stretta e poco comoda. Con bambini consiglio gli spazi sotto le vie Sara, Forza Fiume ed eventualmente nel settore destro dove c’è la famosa Mariulianus.Curiose le costruzioni storiche strette ed alte direttamente tra le vie della falesia, risalenti al XV secolo, come pure la chiesetta di Sveti Jere alla base delle rocce. Note: Dopo aver parcheggiato a bordo strada, se si percorre la scorciatoia, si impiegano 10-15 minuti per il settore più vicino. In alternativa si può seguire la strada asfaltata oltre una sbarra.Per completare la giornata si può valutare anche una visita alla spiaggetta di Kasjuni oppure al centro storico di Spalato, con il grande Palazzo Diocleziano ed il caratteristico lungo mare.
Mimice
La discesa lungo la costa a sud di Spalato si snoda tortuosa tra villaggi che pullulano di case vacanze e locali per turisti. Qui i tramonti ci sono sembrati irreali, con una luce dorata che fondeva il cielo al mare. Superata la nota Omiš, solo 10 minuti più a sud, si trova il paese di Mimice, sopra al quale è stata attrezzata di recente una valida falesia. Ci sono 3 settori, il più alto è una grotta con vie corte e su tetto (ovest, frequentata ma scomoda), il centrale è il primo che si incontra, apparentemente poco appetibile, mentre il settore destro (Jadran Films) è il più interessante per chi cerca il grado medio. L’arrampicata è prevalentemente in placca, su roccia grigia e gialla a tacche, buchi e gocce. Le vie del lato sinistro sono piuttosto lunghe, mentre sul lato destro sono sui 15-20 metri. La base presenta dei buoni spiazzi pianeggianti, quindi è frequentabile anche con famiglie. La parete è ben soleggiata, adatta all’inverno, anche se la base è parzialmente all’ombra degli alberi.La roccia si presenta come nuova, solo in qualche punto non perfettamente ripulita. L’attrezzatura è nuova ed ottima. Note: Da provare la via Maršal, 7a breve corteggiatissimo (facilotto).Il parcheggio può essere problematico, dove è indicato in guida come P1 in realtà è sotto una casa privata. Il parcheggio P2 è più complicato ed ha spazio per 3 auto.
Sveti Vid, Trogir
Falesia che sorge a poca distanza dal centro della bella cittadina turistica di Trogir, poco a nord di Spalato. È un sito prettamente invernale, esposto a sud ed apparentemente riparato dai venti, infatti durante la nostra visita faceva quasi caldo, nonostante fossimo in gennaio. La particolarità della falesia sono le sue forme sinuose e la divisione in più settori che dal punto di accesso, si aprono a destra e sinistra. Le poche lunghezze che abbiamo provato sono risultate molto belle, su roccia ruvida, a volte con gocce, spesso a tacche. Non abbiamo visitato il settore Velika Stina poiché scomodo per bambini, ma solo il settore più basso Mala Stina. C’è un bello spiazzo soleggiato proprio dove termina il sentiero e da qui si possono attaccare le vie che vanno da Trogirovod e Calling occupants (consigliate!). Le vie più a destra partono su terreno scomodo, invece c’è una bella base caratteristica al settore Seve. La lunghezza media dei tiri si aggira sui 20 metri, la chiodatura a resinati ottima e rinnovata da poco. Il sole cala un'ora prima rispetto a Marjan. Note: non è ben chiaro dove lasciare l’auto. Percorrendo la strada verso le falesie si ha l’impressione di attraversare terreni privati. Per arrivare al P2 della guida si passa davanti a delle baracche ed oltre un breve tratto sterrato c’è uno spiazzo adatto. Abbiamo parcheggiato molto prima, tra gli alberi, ma ad ogni modo si cammina per non più di 10 minuti.Il 30 dicembre eravamo gli unici in questo luogo caratteristico, non abbiamo visto anima viva!
Omiš - Planovo
Omiš è sicuramente il polo arrampicatorio più famoso della Dalmazia. La storica cittadina sorge tra alte pareti, allo sbocco sul mare del fiume Cetina e propone al climber un buon panorama tra falesie e vie più tiri, oltre ad altre attività come ferrate ed escursioni. Consultando la guida si comprende come, per l’arrampicata in falesia, le stagioni migliori siano la primavera e l'autunno, dal momento che la maggior parte delle pareti è in ombraper buona parte della giornata.Le falesie più invernali sono quelle di Planovo e Stomorica.Planovo sorge praticamente in centro città, tanto che il parcheggio sotto alla falesia può essere utilizzato per una passeggiata in centro. Nonostante la vicinanza al centro ed a una strada di passaggio proprio sul limitare del sito, consiglio ugualmente una visita, in quanto le vie sono molto belle e la roccia strepitosa. Zero unto, nonostante la frequentazione, a parte forse qualche tratto leggermente consumato. L’attrezzatura è ottima e sempre mantenuta a dovere. Le vie sono quasi tutte di grado medio-basso, tra il 4b e il 6a con solo alcune linee più dure, anche se va detto che il grado è un po’ severo rispetto alle falesie più recenti. Sicuramente un posto ideale per chi scala su gradi medi.La base è comodissima, piatta e recintata, ideale per le famiglie con bambini anche piccoli. A due passi c’è un campetto da basket dove i bambini più grandi posso divertirsi. Note: Attenzione alla frequentazione invernale: nei mesi più freddi il sole arriva tardi, verso le 11.30-12 a partire dalle vie più a sinistra. Poi rimane fino al tramonto.Se arrivate troppo presto consiglio una passeggiata tra le vie della città vecchia oppure una passeggiata lungo la “diga” verso il mare, ove vi si trova anche un bel parco giochi
Čikola Kanjon
Attualmente è la falesia più alla moda della Croazia, meta internazionale piuttosto frequentata. L’ambiente grandioso, la roccia perfetta, la grande varietà e numero dei tiri sono gli ingredienti per questo successo e davvero non si può che consigliarne la visita.Usciti dall’autostrada a Šibenik ci si inoltra su di una specie di altopiano, senza montagne o segni di roccia nei dintorni. Ad un tratto la strada scende e ci si rende conto che Čikola è effettivamente un canyon, una grande e larga forra scavata dal fiume, non una valle di montagna. Attraversandolo in auto si ha già una bella panoramica sul suo settore più noto e frequentato: Osoje, che è anche l’unico settore che abbiamo visitato e quello a cui si fa riferimento nelle righe successive. L’esposizione è ottima per le giornate invernali, infatti il sole illumina le pareti fino al tramonto, ma probabilmente si trovano buone condizioni anche nelle mezze stagioni, se c’è vento o cielo coperto.L’attrezzatura è recente e di ottima qualità, con punti di ancoraggio decisamente ravvicinati, anche sulle vie più facili. Considerando che le vie sono quasi sempre molto lunghe, va portato un bel bagaglio di rinvii, oppure va saltato qualche chiodo. Attenzione però ai moschettoni in catena, sulle vie più frequentate molti risultano già usurati.La roccia è molto bella, prevalentemente placche grigie a lamette e buchi, con tiri lunghi ed omogenei. Nel settore destro, prima di arrivare ad un evidente spigolo, ci sono vie su roccia gialla più verticali o leggermente strapiombanti. Questo settore ha una base meno comoda, ma è anche molto frequentato, probabilmente perché qui si trovano le vie più impegnative.Le gradazioni riportate sulla guida della Croazia di Cujic ci sono sembrate piuttosto generose, però non abbiamo ripetuto molti tiri.È possibile la frequentazione con bambini, che qui trovano anche vie molto belle di grado 4 e 5, anche se le vie molto lunghe potrebbero non essere le più idonee. Gli spiazzi migliori per i bambini più piccoli si trovano sotto i settori più facili, indicativamente tra le vie Team Rabbit e Dorotea. Sotto la fascia gialla c’è una cengia impraticabile con bimbi piccoli, mentre intorno allo spigolo c’è un po’ di spazio, ma è più esposto rispetto al settore citato in precedenza. Note: La falesia si raggiunge in 10-15 minuti in discesa da un parcheggio specifico per la visita al canyon. Noi lo abbiamo trovato occupato da parecchi furgoni, ma ad ogni modo c’è molto posto anche sulla strada di fianco al parcheggio.
Per approfondire si consiglia la guida:Boris Čujić, CROATIA CLIMBING GUIDE, Astroida, 2024
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