Così decidiamo di percorrere una via sul Monte Pellegrino, così vicino alla città che ci andiamo in autobus! La Roccia dello Schiavo infatti si affaccia proprio sullo stadio "La Favorita"e presenta sul versante Ovest diverse linee che arrivano sino in cima. La roccia ci appare di ottima qualità, anche se la vegetazione mediterranea (con tanto di fichi d'india...) ha preso piede ovunque. La nostra scelta ricade su una combinazione di varianti alla Diretta già percorsa dai Sassbaloss: la via Diretta, aperta da Umberto Capotummino e Pietro Cipolla nel 1974, la Ice Line (R. M. Scuderi, 1981), By Pass (R. M. Scuderi, T. Paladino, 1990) e la Superplaccadellepallocche (F. Antonioli, A. Bellavista, A. Giolitti e R. M. Scuderi, 1982). Le vie su questa parete nonché le varianti presentano spesso spit arrugginiti e poco affidabili, mentre sulla combinazione che abbiamo seguito risultano ottimi. Lungo questa linea troviamo una bellissima roccia pungente, quasi dolorosa, in cui i passaggi bisogna proprio "guadagnarseli". In particolare la Superplaccadellepallocche è un po' ingaggiosa e avere con sé un paio di dadini non fa male.
In cima alla Roccia dello Schiavo, non scendiamo con le doppie (abbiamo tra le altre cose solo una corda singola, e sta piovendo), ma proseguiamo tra l'erba e i bassi arbusti in salita. Nel bosco abbiamo la fortuna di trovare una buona traccia che ci conduce sino alla strada del Monte Pellegrino. La seguiamo raggiungendo il sentiero per i pellegrini, sino al noto Santuario di Santa Rosalia (Curiosa e davvero bella la grotta della Santa, con la statua dorata).Note sulla via Diretta (e varianti)
difficoltà - VII-/VI+, A0
sviluppo - 175 mt
tempo - 2 ore e 30'
per la relazione completa e informazioni sulle altre vie della Roccia dello Schiavo si veda il sito dei Sassbaloss
Il 6 gennaio ci lasciamo con il cordialissimo Salvatore, che ci ha ospitato in questo splendido luogo, dopodiché tutti in auto per rientrare a casa. Partiamo in realtà senza avere visto tutto ciò che ha da offrire la zona. Mancano le vie al Monte Gallo, gli altri e numerosi settori della Salinella a nord del campeggio, arrampicare a Never Sleeping, salire una via a più tiri sul Monte Monaco e magari un'escursione nella Riserva dello Zingaro. Ce ne sarebbe per un altro viaggio, forse anche più d'uno.
Come ci capita spesso, ci sta un doveroso "torneremo"!