Percorrendo la strada che da Padola porta a Bagni di Valgrande ci appare maestosa Cima Bagni, 2983 metri, un “quasi 3000” che occupa la zona più meridionale della catena del Popera.Nonostante il facile accesso, che in meno di due ore porta all'attacco delle vie e la relativa vicinanza alla civiltà, la sua parete est risulta assai poco frequentata e lontana dall'alpinismo più di moda nella bella stagione, “un vero terreno d'avventura per gli amanti della montagna vergine” cit. L. Visentini. Noto invece fra i praticanti dello sci ripido il canalone Witzenmann Oppel, itinerario impegnativo e secondo gli svariati report reperibili online, di grande soddisfazione.
splendida vista nel Cadin dei Bagni
Cima Bagni, via Goedeke
Salita del 28 agosto 2015Con il proposito di cambiare sempre panorami, tipologie e difficoltà a favore di uno spirito il più esplorativo possibile scegliamo di percorrere, dopo aver letto un interessante racconto sulla Castiglioni-Bramani di Bianchini la vicina via Goedeke. "Großzügige, lange, aber genussvolle, in der Linie ideale Freiklettern in fast uberall prachtigem Fels"; con queste parole ed uno schizzo dello stesso apritore ci dirigiamo verso il Bivacco Piovan, due ore di cammino sino alla forcelletta che lo ospita. Un tipico venerdì sera per noi che invece di dover impostare improbabili sveglie possiamo goderci il tempo in questi spazi silenziosi.
il bivacco Piovan alle prime luci del mattino
Partiamo dal bivacco con le prime luci che illuminano già la parte alta della parete e quando arriviamo ad individuare l'attacco della via il sole ha iniziato a riscaldare l'ampio vallone.La roccia buona, a tratti addirittura ottima, ci sorprende e ci diverte, tant'é che mi chiedo come mai nessuno venga ad arrampicare qui, anche se in realtà le risposte già le conosco.La scalata si interrompe circa a metà parete con alcune lunghezze più facili che per velocizzare i tempi scegliamo di percorrere slegati, così ne approfitto e mi volto spesso verso il panorama che diventa metro dopo metro sempre più ampio ed arioso.
Luca sulla quarta lunghezza della via Goedeke
Qui il tempo sembra fermarsi su ogni appiglio, liberato da quel ritmo teso e frenetico che si respira su pareti più affollate, in cui velocità e difficoltà sono spesso inevitabili metri di misura e confronto.Quasi ci sembra strano questo caldo silenzio quando ci fermiamo a guardare il piccolo paese di Padola così vicino e al tempo stesso così lontano da noi.Circa 200 metri dopo arriviamo all'attacco della seconda parte in cui si trova il tratto chiave della via, un breve strapiombo su piccole prese dopo il quale pieghiamo a destra. La linea si fa poi piano piano sempre meno verticale, sino alla Cima che ci accoglie con il sole alto sulle nostre teste.La discesa, tuttaltro che semplice, fra creste, pinnacoli, canalini scoscesi e cengette d'ogni sorta sarà un'altra avventura che ci riporterà dopo quattro ore di nuovo al punto di partenza.
splendido panorama al nostro arrivo in cima
Affascinante, come ritrovare in un angolo della soffitta un vecchio quaderno di ricordi, nel quale qualcuno ha lasciato qualche cosa di sé, una traccia da percorrere, una storia che inizi a leggere per curiosità ma dalla quale poi noi riesci a togliere gli occhi fino alla fine, tutto d'un fiato.Romantico, come tanti altri meritevoli itinerari d'ambiente. Certo, non siamo su una linea dei primi decenni del secolo scorso, ma su questa parete si respira l'essenza di un'alpinismo semplice e puro, la cui bellezza si scopre passo dopo passo, nel corso di questo lungo viaggio carico di stimoli e suggestioni che solo luoghi così appartati ed insoliti possono offrire.
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