Una delle prime passeggiate invernali, le nubi nascondono buona parte del panorama e quasi si confondono con i pendii innevati di questa cima. Impossibile non notare alcuni scialpinisti, dalle tute appariscenti, prepararsi per la discesa. Imbraccio la reflex e scatto veloce prima che scivolino giù...Mi rimane una macchia di colori su un riquadro bianco
Solo in questa stagione la natura riesce a regalarci tanta poesia, quando neve e vento modellano le forme producendo quei giochi di luci ed ombre che nell'immagine disegnano linee e forme pure, l'espressione della foto-grafica più essenziale.Il contrasto tra la natura, con i suoi morbidi bianchi stagliati sull'azzurro cielo, e la presenza umana, sgargiante, coloratissima. Una presenza di cui si percepisce appena il movimento, che ci lascia immaginare un prima ed un dopo, suggerisce una storia, un percorso. L'attimo in cui l'obbiettivo cattura un gesto, un'azione, che poi la sensibilità traduce in quella rappresentazione che a volte riesce a colpire cuore e mente di chi osserva.È questo trovare inaspettato contrasti visivi come questo, sintesi di attimi vissuti, che mi gratifica. Come l'intento, folle ed onnipresente in ogni occhio fotografico, di fermare il tempo, ed attraverso lo scatto fissare nella memoria ricordi le cui immagini mai riusciranno a riprodurre le sensazioni di certi momenti, ma che rimangono le uniche tracce visibili del nostro passaggio su queste candide coltri.Qualche giorno più tardi scoprirò che quei colorati ski-alper che casualmente il mio obbiettivo aveva immortalato, pochi minuti dopo quel momento, avrebbero effettuato la prima ripetizione di una delle discese più estreme delle Giulie, per la parete NNE del Monte Forato (Enrico Karletto Mosetti, Andrea Fusari, Marco Milanese)